il racconto dell'inviata

Troupe del Tg3 aggredita in Libano, l'autista muore d'infarto

Il racconto dell'inviata Lucia Goracci: prima un uomo armato e poi un gruppo di persone si sono avvicinate e hanno cominciato a minacciare la troupe. Dopo un inseguimento in auto l'interprete ha avuto un attacco di cuore ed è deceduto

08 Ott 2024 - 13:13
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Una troupe del Tg3 è stata aggredita in Libano, vicino a Sidone, da un gruppo di persone. Durante l'assalto l'autista locale e interprete ha avuto un infarto ed è morto. La denuncia arriva dal Tg3, che riporta il racconto dell'inviata Lucia Goracci: la giornalista ha spiegato che prima un uomo armato e poi un gruppo di persone si sono avvicinate e hanno cominciato a minacciare la troupe. A quel punto l'autista, già sofferente di cuore, ha avuto un malore ed è morto nonostante il massaggio cardiaco.

L'aggressione

 L'inviata Lucia Goracci ha spiegato che l'aggressione si è verificata vicino a Sidone, sul luogo di un bombardamento di due notti fa. "La fixer aveva segnalato al locale Hezbollah la nostra presenza. Stavamo riprendendo senza problemi e la gente ci parlava", ha affermato la giornalista. E' poi spuntato un uomo che è andato contro l'operatore, tentando di strappargli la telecamera. "Lo abbiamo protetto, poi siamo tornati in auto pronti per allontanarci in fretta. Sono arrivati altri, che hanno preso a spintonare l'auto. L'uomo, il primo, ha provato a tirarci una grossa pietra. C'era chi lo tratteneva e c'era chi lo aizzava. Siamo andati via veloci in auto. Quest'uomo però apparentemente ci stava inseguendo", ha affermato Goracci.

L'inseguimento e la morte dell'autista

 Quando l'autista della troupe si è fermato a un distributore, ha aggiunto l'inviata, "questo ci è venuto addosso, ha strappato le chiavi, ha tentato di rompere la telecamera entrando attraverso i finestrini aperti, mentre nessuno ci veniva in aiuto". Quando poi l'autista ha tentato di convincerlo, uscendo dall'auto, a ridargli le chiavi, è allora che si è accasciato a terra. Siamo corsi in ospedale, dietro l'ambulanza. Ci hanno detto che era morto dopo lunghi tentativi di rianimarlo. Era un uomo buono, pacato e solido - ha spiegato ancora la giornalista -. L'autista lavorava con l'ufficio di Beirut della Rai di Gerusalemme da diversi anni. Non abbiamo parole per descriverne la profondità umana e la grande dolcezza".

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