"Visti i commenti del primo ministro Mette Frederiksen, che ha detto di non essere interessata, rinvierò il nostro incontro". La famiglia reale danese commenta la decisione del presidente Usa: "Una sorpresa"
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Dopo il secco "no" alla sua proposta di valutare la vendita della Groenlandia da parte degli Stati Uniti, il presidente Donald Trump ha deciso di cancellare la sua visita del prossimo 2 settembre in Danimarca, paese da cui la Groenlandia dipende. "Visti i commenti del primo ministro Mette Frederiksen che ha detto di non essere interessata, rinvierò il nostro incontro", ha scritto Trump, incurante del rischio di provocare una crisi diplomatica.
La reazione non si fatta attendere: la Frederiksen si è detta "sorpresa" dalla decisione di Trump di annullare la visita, ma ha sottolineato che con la Casa Bianca "non c'è alcuna crisi" e che l'invito al presidente resta valido. E "sorpresa" ha espresso, tramite un portavoce, anche la famiglia reale danese. Intanto la Commissione Europea ha fatto sapere che sostiene pienamente l'indisponibilita' della Danimarca a impegnarsi in qualunque colloquio sulla potenziale vendita della Groenlandia agli Stati Uniti.
La stessa premier danese, del resto, aveva definito l'idea di Trump "assurda" dopo che il tycoon aveva confermato che ne avrebbe parlato con lei nel previsto incontro del 2 settembre. "La Groenlandia non è danese. La Groenlandia è groenlandese. E spero che tutto ciò non sia qualcosa che venga davvero preso sul serio".
A Copenaghen Trump avrebbe dovuto incontrare anche Kim Kielsen, il premier della Groenlandia che è un territorio autonomo della Danimarca, da cui dipende solo per politica estera e difesa. Anche Kielsen nei giorni scorsi aveva chiarito che "la Groenlandia è aperta agli affari ma non è in vendita".
Il tycoon aveva anche postato su Twitter un fotomontaggio con una Trump Tower che svettava nella campagna groenlandese e il messaggio, allora scherzoso, "Prometto di non farlo". Ma dopo le reazioni daniesi, il tono si è fatto meno scherzoso.