Trump condannato per il caso Stormy Daniels
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Il presidente eletto pur non andando in carcere e senza pagare alcuna sanzione, si ritroverà a entrare alla Casa Bianca con la fedina penale sporca
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Donald Trump sarà il primo presidente nella storia americana a entrare alla Casa Bianca con la fedina penale macchiata. Al centro del sex-gate c'è la ex pornostar Stormy Daniels, nome d'arte di Stephanie Clifford. Il presidente eletto è stato condannato per il pagamento di 130mila dollari alla donna, per farla tacere sulla loro relazione. Trump è stato ritenuto colpevole di tutti e 34 i capi di imputazione mossi nei suoi confronti, dietro ai quali per i giudici c'era un unico fine: la cospirazione per nascondere notizie compromettenti per la sua campagna presidenziale del 2016, minando così l'integrità delle elezioni.
Clifford incontrò Trump nel 2006, quando il tycoon, gigante del settore immobiliare e star del piccolo schermo con il programma "The Apprentice", si era da poco sposato con Melania ed era diventato papà di Barron. Tra i due iniziò una relazione che andò avanti per un po'. Lei aveva 27 anni, lui 60. Trump le telefonò in diverse occasioni chiamandola 'Honeybunch' e le promise ripetutamente di farla apparire nel reality. Dopo mesi fu la Clifford a tagliare i ponti, non rispondendo più alle sue chiamate.
Nel 2011 Daniels rilasciò un'intervista sulla sua relazione con il tycoon alla Cbs, ma il filmato non andò in onda a seguito delle minacce di querela da parte di Michael Choen, all'epoca l'avvocato 'pit bull' di Trump. Poche settimane dopo, rivelò l'attrice porno, fu minacciata da un uomo che le disse di lasciar stare Trump e dimenticare la storia.
Nel 2016, dopo la candidatura di Trump alla Casa Bianca, la pornostar cercò di vendere la storia della sua relazione a diversi media, inizialmente senza successo. Ma la pubblicazione dei fuori onda di "Access Hollywood", in cui il candidato presidente descriveva con un linguaggio volgare la sua visione del sesso e delle donne, rese la storia ben più attraente per i tabloid.
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Fu allora che Cohen propose alla Clifford 130mila dollari in cambio del silenzio, che la donna accettò firmando l'accordo sul set del suo ultimo film da pornostar. I soldi furono pagati dall'avvocato e poi rimborsati come spese legali fittizie, violando anche la legge sui finanziamenti elettorali e quindi l'integrità del voto. Tra i 34 capi di imputazione c'era anche l'aver falsificato documenti contabili della sua holding per occultare il denaro versato alla pornostar.
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