primi segnali di crisi

Dazi e crollo Borse, gli imprenditori e i finanziatori pro Trump pronti a ritirargli il sostegno: "Rovina l'America"

I sostenitori economici e politici del presidente preoccupati per la strategia commerciale che rischia di danneggiare l'economia americana

08 Apr 2025 - 10:40

La luna di miele è già finita? A soli tre mesi dall'insediamento del presidente, alcuni dei più importanti sostenitori economici di Donald Trump iniziano a prendere le distanze dalla sua politica sui dazi. Figure di spicco come Elon Musk, Bill Ackman e persino alcuni senatori repubblicani stanno esprimendo pubblicamente il loro dissenso, temendo che la strategia commerciale dell'amministrazione possa portare a una recessione economica.

Elon Musk ha recentemente condiviso un video in cui Milton Friedman, icona dell'economia liberista, utilizzava l'esempio della catena di approvvigionamento di una matita per dimostrare l'inefficacia dei dazi. Un attacco simbolico che nel Partito Repubblicano rappresenta un affronto significativo. Il fondatore di Tesla ha anche criticato apertamente Peter Navarro, considerato l'architetto della linea oltranzista anti-cinese, affermando che la sua laurea ad Harvard costituisce "un impedimento per il buon senso".

Altri sostenitori economici di Trump stanno mostrando segni di pentimento. Bill Ackman, che durante la campagna elettorale aveva fornito generosi finanziamenti, ora chiede una pausa di 90 giorni nell'applicazione dei dazi e accusa apertamente il segretario al Commercio Lutnick di voler provocare il collasso dell'economia americana per trarne profitto attraverso la sua società Cantor Fitzgerald, attiva nel mercato dei bond.

Anche Jamie Dimon, Ceo di JPMorgan, ha espresso preoccupazione in una lettera ai clienti, avvertendo che se i dazi dovessero continuare a lungo termine, danneggerebbero le relazioni con gli alleati economici ed eroderebbero lo "straordinario vantaggio degli Usa negli affari mondiali".

Il malcontento si estende anche ai grandi petrolieri, che secondo l'ultimo Dallas Fed Energy Survey, iniziano a rimpiangere gli "assegni in bianco" staccati per sostenere Trump. Il crollo del prezzo del greggio, alimentato dai timori di una recessione imminente, sta colpendo duramente il settore.

Nel frattempo, i giganti della tecnologia come Mark Zuckerberg, Larry Ellison, Jeff Bezos e lo stesso Musk hanno perso ciascuno almeno 10 miliardi di dollari dall'inizio della nuova amministrazione.

Anche tra le file del Partito Repubblicano cresce l'opposizione. Il bipartisanismo emerge inaspettatamente sul tema commerciale, con il conservatore Rand Paul che collabora con il democratico Tim Kaine su una proposta legislativa per sospendere le tariffe verso il Canada in attesa dell'autorizzazione congressuale. Contemporaneamente, i senatori Mike Lee e Ron Johnson, entrambi repubblicani, spingono il presidente a considerare seriamente la proposta della von der Leyen di eliminare completamente i dazi sui prodotti industriali tra Usa e Unione Europea.

La preoccupazione principale degli alleati del presidente è che Trump non veda i dazi come uno strumento temporaneo per negoziare accordi commerciali più favorevoli, ma come una misura permanente per raccogliere fondi e tentare di piegare la Cina. Questa strategia, però, secondo molti esperti economici rischia di ottenere un unico risultato: condannare gli Stati Uniti alla recessione.

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