Già direttore dell'intelligence nazionale negli ultimi mesi del primo mandato del tycoon, il quasi 60enne ex deputato del Texas ha diretto le agenzie di spionaggio del governo degli Stati Uniti durante la pandemia Covid. Le sue idee contro Iran e Cina e... un nome che abbiamo già sentito nel film "Pocahontas"
di Maurizio Perriello© Afp
Una spia a capo dell'agenzia di spionaggio più potente e famosa del mondo. Nel suo calderone di nomine istituzionali per la sua prossima presidenza, Donald Trump ha scelto il "falco" John Ratcliffe per guidare la Cia. Già direttore dell'intelligence nazionale negli ultimi mesi del primo mandato del tycoon, il quasi 60enne ex deputato del Texas ha diretto le agenzie di spionaggio del governo degli Stati Uniti durante la pandemia Covid. Una delle sue maggiori responsabilità è stata anche quella di individuare e contrastare i tentativi stranieri di interferire nella politica americana. Una scelta decisamente più tradizionale di altre annunciate dal presidente eletto, come quella del presentatore televisivo Pete Hegseth come capo del Pentagono.
In qualità di numero uno dell'intelligence, nel 2020 Ratcliffe partecipò a un'insolita conferenza stampa notturna poche settimane prima delle elezioni presidenziali che avrebbero visto la vittoria di Biden. Con altri funzionari, il "falco" di Trump accusò l'Iran di essere responsabile di una raffica di mail destinate a intimidire gli elettori negli Stati Uniti. Un dettaglio a conferma di quella che sarà la nuova postura americana nei confronti di Teheran, il cui regime dovrà essere indebolito per impedirne l'ascesa nucleare e indebolirne la capacità di sostenere i nemici sciiti di Israele.
Prima di diventare un fedelissimo di The Donald, il repubblicano del Texas era un "semplice" membro del Congresso dal 2014. In seguito si ritagliò uno spazio di ardente difensore di Trump durante il primo procedimento di impeachment della Camera contro di lui. Lanciò anche più volte l'allarme sulla Cina, definendo la Repubblica Popolare la principale minaccia per gli interessi degli Stati Uniti e del resto del mondo libero. Questo punto di vista lo vede in buona compagnia con altri funzionari entranti dell'amministrazione Trump, tra cui Michael Waltz, scelto come consigliere per la Sicurezza nazionale, che ha chiesto il boicottaggio da parte degli Stati Uniti delle Olimpiadi invernali del 2022 a Pechino a causa del coinvolgimento della Cina nella diffusione del coronavirus e della pulizia etnica nei confronti della minoranza uigura. "L'intelligence è chiara: Pechino intende dominare gli Stati Uniti e il resto del pianeta economicamente, militarmente e tecnologicamente", scrisse Ratcliffe in un editoriale pubblicato dicembre 2020 dal Wall Street Journal.
"Questo è l'impeachment più truffaldino, veloce e debole che il nostro Paese abbia mai visto", dichiarò Ratcliffe dopo che la Camera controllata dai democratici aveva votato per mettere sotto accusa Trump per il caso della telefonata col presidente ucraino Volodymyr Zelensky sulle indagini ai danni di Hunter Biden. Ratcliffe spinse per scavare negli affari del figlio di Joe Biden, Hunter, meritandosi gli elogi del tycoon per la capacità di tenere testa agli apparati, in primis a servizi segreti e Fbi. Quando l'ex procuratore speciale Robert Mueller si presentò davanti alla Commissione Giustizia della Camera per testimoniare sull'ingerenza russa nelle elezioni del 2016, Ratcliffe fu uno degli inquirenti repubblicani più accaniti. Interrogò con forza il pubblico ministero allo scopo di distruggere l'impianto accusatorio.
Nel 2019 Trump propose già una prima volta il nome di John Ratcliffe come "Dni" (Director of National Intelligence, ndr), al posto di Dan Coats. Ma i democratici liquidarono apertamente il repubblicano come un "partigiano incondizionato", e i repubblicani a quel si mostrarono alquanto freddi nel promuovere la sua nomina. All'epoca diversi media misero in dubbio le qualifiche di Ratcliffe, sostenendo che il deputato avesse falsificato la sua esperienza come procuratore federale in Texas. Fu nominato nuovamente nel febbraio successivo e confermato nel maggio 2020 da un Senato fortemente diviso.
Sembra un giochino, ma in America queste cose sono prese più seriamente di quel che meriterebbero. John Ratcliffe si chiama esattamente - nome e cognome - come un importante esploratore e politico inglese che tra Cinquecento e Seicento contribuì a far prosperare le colonie britanniche in terra americana. Prima di diventare governatore della Virginia, John Ratcliffe (1549-1609) fu comandante del mitologico Discovery, il veliero inglese che determinò la fondazione di Jamestown e che trasportò migliaia di coloni nel Nuovo Mondo. Forse molti non se ne sono resi conto, ma hanno già incontrato il nome di John Ratcliffe nelle vesti di governatore della Virginia: nel film d'animazione della Disney "Pocahontas", è proprio lui il cattivone che impedisce l'amore fra la nativa e il marinaio e scrittore John Smith. Nella realtà storica, Ratcliffe attirò l'ira di molti coloni per il modo in cui gestì il commercio con i nativi e per il suo comportamento riguardante la scarsità di cibo durante l'estate del 1608. E qui entrò in gioco John Smith, al quale chiede davvero di organizzare i dettagli del lavoro e le spedizioni commerciali con i nativi americani. Nel gennaio 1608 solo quaranta coloni rimasero vivi. I superstiti persero fiducia nel governatore, il quale però tornò alla carica l'anno successivo. Invitato a un incontro con la tribù degli indiani Powhatan, Ratcliffe e i suoi caddero però in un'imboscata.