le mosse del tycoon

Trump inizia la sua "rivoluzione": ripristina la pena di morte federale e sospende per 90 giorni gli aiuti all'estero | Via alle "purghe" di mille dirigenti nominati da Biden

La mossa del neo presidente sui licenziamenti desta scalpore, ma fa parte della pratica politica dello "spoils system". Lo "zar" Homan al confine col Messico annuncia "azioni contro i migranti". Gli Stati democratici fanno causa a Trump sullo ius soli. Cosa succede agli aiuti per l'Ucraina? E per Israele?

22 Gen 2025 - 00:11

Donald Trump comincia la sua presidenza con una valanga di ordini esecutivi, che dovranno comunque essere valutati da apparati e dipartimenti. Tra questi, spicca il ripristino della pena di morte federale, cancellando la moratoria voluta da Joe Biden nel 2021.Come annunciato già prima dell'insediamento, il neo presidente ha inoltre firmato un decreto che sospende temporaneamente tutti i programmi di assistenza estera degli Stati Uniti per 90 giorni, in attesa di revisioni per determinare se sono allineati con i suoi obiettivi politici. Trump ha inoltre lanciato le proverbiali "purghe", annunciando di voler rimuovere oltre mille persone nominate dall'amministrazione precedente.

Pena di morte "imposta" come richiesta per i killer di poliziotti

 Il presidente ha ordinato anche al procuratore generale di richiedere la pena capitale "indipendentemente da altri fattori", quando il caso riguarda l'uccisione di un agente o reati capitali "commessi da uno straniero illegalmente presente nel Paese". Nonché di "intraprendere tutte le azioni necessarie e legali" per garantire che gli Stati abbiano abbastanza farmaci per l'iniezione letale. Solo tre imputati restano nel braccio della morte dopo che Biden ha convertito 37 condanne a morte in ergastolo.

Autorizzato l'arresto di migranti in chiese e scuole

 Le autorità americane potranno arrestare i migranti anche nelle scuole e nelle chiese. Lo ha stabilito il dipartimento per la sicurezza nazionale di Donald Trump, abolendo quindi la politica che ha finora obbligato gli agenti a evitare le cosiddette zone sensibili. "I criminali non saranno più in grado di nascondersi nelle scuole e nelle chiese per evitare gli arresti. L'amministrazione Trump non legherà le mani degli agenti", afferma il Dipartimento. 

Le purghe di Trump

 Sono stati segnalati quattro licenziamenti, tra cui quelli del generale Mark Milley, al quale Joe Biden ha concesso una grazia preventiva contro eventuali vendette del tycoon, e il famoso chef José Andrés, insignito nei giorni scorsi dall'ex presidente con la medaglia presidenziale della libertà. "Il mio ufficio del personale presidenziale è attivamente impegnato nell'identificazione e nella rimozione di oltre mille persone nominate dal presidente della precedente amministrazione, che non sono allineate con la nostra visione di rendere di nuovo grande l'America", ha affermato Trump in un post.

La sospensione degli aiuti Usa all'estero

 L'ordine afferma che "l'industria e la burocrazia degli aiuti esteri non sono allineate con gli interessi americani e in molti casi sono antitetiche ai valori americani" e "servono a destabilizzare la pace mondiale promuovendo idee in Paesi stranieri che sono direttamente inverse alle relazioni armoniose e stabili interne e tra i Paesi". Nell'elenco sono inclusi anche gli aiuti all'Ucraina, che nelle intenzioni dell'amministrazione Trump dovranno diventare quasi totalmente (ma gradualmente) a carico degli Stati Ue.

Trump: "Valutiamo dazi del 10% sulla Cina per il Fentanyl"

 Donald Trump ipotizza nuove tariffe contro la Cina a partire dall'1 febbraio. "Valutiamo dazi del 10% sulla Cina sulla base del fatto che stanno inviando Fentanyl in Messico e Canada" ha detto.

Vuol dire che gli Usa smetteranno di aiutare l'Ucraina? Come funzionano gli aiuti

 La pausa di 90 giorni nell'assistenza estera degli Stati Uniti sarà utilizzata per valutare l'efficacia programmatica e la coerenza con la politica estera degli Stati Uniti. L'ordine firmato da Trump non ha insomma effetti immediati, ma deve passare dalla revisione da parte dei dipartimenti competenti e in ultima istanza del Segretario di Stato, Marco Rubio. Hanno 90 giorni di tempo per decidere se interrompere, estendere o modificare l'importo delle varie assistenze all'estero. E veniamo alla domanda: cosa cambia per l'Ucraina? Il contesto dell'ordinanza suggerisce che si riferisca ai finanziamenti per l'assistenza allo sviluppo, vale a dire agli aiuti non militari. Inoltre, una delle clausole dell'ordine stabilisce che dovrebbe essere implementato dalla legge statunitense applicabile e soggetto alla disponibilità di stanziamenti. Questa clausola può essere importante perché, in particolare, gli aiuti militari all'Ucraina sono assegnati da una legge separata che è stata adottata non dal presidente, ma dal Congresso. L'assistenza allo sviluppo è solitamente assegnata tramite l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid), che finanzia sia progetti governativi stranieri sia progetti di organizzazioni non governative e opera con budget miliardari. L'ordine di Trump si applicherebbe solo ai programmi Usaid, non all'assistenza macrofinanziaria o militare all'Ucraina.

E gli aiuti americani a Israele?

 Il discorso vale anche per gli aiuti a partner strategici per gli Usa come Israele. Risulta improbabile che alcuni dei maggiori beneficiari degli aiuti degli Stati Uniti - e cioè Israele (3,3 miliardi di dollari l'anno), Egitto (1,5 miliardi di dollari l'anno) e Giordania (1,7 miliardi di dollari l'anno) - subiscano drastiche riduzioni. Parliamo infatti di pacchetti inclusi in programmi a lungo termine che risalgono a decenni fa e, in alcuni casi, sono disciplinati da obblighi derivanti da trattati.

Lo "zar" al confine col Messico annuncia azioni contro i migranti

 Sulla scia delle mosse del nuovo inquilino della Casa Bianca Tom Homan, lo "zar" di Trump al confine col Messico, ha annunciato l'inizio immediato di "operazioni mirate" contro i migranti illegali. "L'amministrazione attuerà le leggi sull'immigrazione".

Gli Stati democratici fanno causa a Trump sullo ius soli

 Gli Stati e le città americane governati dai democratici hanno lanciato la loro prima azione legale contro l'amministrazione Trump per cercare di bloccare il decreto che abolisce lo ius soli. La norma prevede che ai bambini nati negli Stati Uniti da immigrati illegali nel Paese o senza un visto non permanente non sia concessa automaticamente la cittadinanza. Nell'azione legale gli Stati democratici affermano che l'abolizione dello ius soli viola la Costituzione e le leggi federali sull'immigrazione.

Trump contro la minimum tax sulle multinazionali

 Con un altro decreto attuativo, il presidente ha poi ritirato gli Usa dall'accordo globale sulle tasse raggiunto in sede Ocse. Trump ha cancellato la minimum tax sulle multinazionali su cui era stata raggiunta l'intesa. Ogni accordo siglato dall'amministrazione Biden "non ha effetto negli Stati Uniti in assenza di un'azione del Congresso nell'adottare" quanto stabilito, ha disposto il tycoon in un memorandum presidenziale in cui esorta il Tesoro a preparare misure ostili contro chi applica prelievi "extraterritoriali" sulle multinazionali a stelle e strisce. I repubblicani sono da sempre contrari alla minimum tax del 15% e il Congresso finora non l'ha mai approvata.

I primi quattro dirigenti licenziati da Trump

 Il neo presidente ha elencato le prime quattro vittime delle sue "purghe". "Che questo serva come avviso ufficiale di licenziamento per questi quattro individui, con molti altri in arrivo a breve". Il primo è José Andrés, allontanato dal President's Council on Sports, Fitness and Nutrition, Mark Milley dal National Infrastructure Advisory Council. Poi ci sono il diplomatico Brian Hook, licenziato dal Wilson Center for Scholars, e l'ex sindaca di Atlanta Keisha Lance Bottoms, silurata dal President's Export Council. "Siete licenziati", ha scritto Trump riprendendo il celebre slogan "You're fired" di quando conduceva il reality show "The Apprentice". Subito dopo l'insediamento di del repubblicano, il 20 gennaio, il Pentagono aveva rimosso il ritratto di Mark Milley dal corridoio dedicato a onorare i suoi ex leader. L'ex capo di Stato maggiore dell'esercito americano sotto Trump era caduto in disgrazia per aver resistito a varie istanze dell'allora commander in chief e per aver parlato segretamente con la Cina per rassicurarla dopo l'assalto a Capitol Hill, cosa per cui il tycoon ha suggerito che fosse giustiziato per alto tradimento.

Cos'è e come funziona lo spoils system negli Usa

 La pratica delle "purghe" di Trump non rappresenta tanto uno smacco alla precedente amministrazione, quanto una pratica politica seguita negli Usa da tutte le presidenze entranti dai tempi di Andrew Jackson, nella prima metà dell'Ottocento. Si tratta dello "spoils system", il "sistema delle spoglie", secondo il quale il vincitore raccoglie tutti i frutti del suo trionfo. "The winner takes it all", si dice anche in America citando una famosa canzone. Secondo questo meccanismo, l'amministrazione entrante sostituisce i vertici e i dirigenti di apparati, dipartimenti e pubbliche amministrazioni. Prima di Jackson, quando la burocrazia statunitense era decisamente più contenuta, si cambiavano le intere squadre ministeriali e secretariali, dipendenti "semplici" compresi. Oggi non sarebbe neanche immaginabile, visto che il Pentagono da solo (senza considerare gli altri apparati americani) è il primo datore di lavoro del mondo. C'è da dire, però, che molto spesso i dirigenti silurati escono dalla porta per rientrare dalla finestra sotto forma di "contractor", guadagnano anche molto più di prima.

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