mentre continuano le proteste

Turchia, confermato l'arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu: solo per corruzione

Tra le accuse sollevate contro di lui, quelle di corruzione e favoreggiamento del terrorismo. Ma per le opposizioni è solo una mossa politica di Erdogan. L'Ue avverte: "Sia rispettata la democrazia"

23 Mar 2025 - 20:57

I giudici del tribunale di Istanbul hanno confermato l'arresto del sindaco Ekrem Imamoglu nell'ambito dell'indagine per "corruzione". Imamoglu era in custodia da mercoledì in base a varie accuse, oltre a quella per "corruzione", anche per "favoreggiamento al terrorismo", accusa poi caduta. La sua detenzione è però considerata dalle opposizioni una mossa politica per eliminare un importante concorrente del presidente Erdogan dalle prossime elezioni presidenziali.

Confermato l'arresto

 L'ufficio del procuratore capo di Istanbul ha quindi confermato l'arresto per il sindaco di Istanbul per corruzione, mentre è "stato ritenuto non necessario prendere una decisione" riguardo all'accusa di favoreggiamento al terrorismo. "Nonostante vi siano forti sospetti sull'assistenza a un'organizzazione terroristica armata, si è ritenuto non necessario prendere una decisione su questa particolare accusa in questa fase, poiché è già stato messo in custodia cautelare per reati finanziari. Pertanto, la richiesta è stata respinta", si legge in una comunicazione della procura, diffusa dallo staff di Imamoglu. 

Imamoglu: "Non mi piegherò"

 Dopo la conferma dell'arresto, il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, ha detto che "non mi piegherò mai". E in un messaggio su X, riferendosi all'arresto, ha aggiunto che "toglieremo questa macchia dalla nostra democrazia".

Il sindaco di Ankara: "Vergognoso l'arresto di Imamoglu"

 Mansur Yavas, il sindaco di Ankara eletto con anch'egli con il partito di opposizione Chp, ha definito "vergognosa" la conferma dell'arresto del sindaco di Istanbul per corruzione. "Ci vergognamo del nostro sistema legale, è vergognoso per il nostro Paese". Yavas ha spiegato che "abbiamo appreso dai commentatori televisivi delle accuse a cui nemmeno gli avvocati avevano accesso, il che dimostra quanto politicamente motivata sia stata tutta questa dura prova".

Le prime accuse contro Imamoglu

 Il mandato d’arresto che ha colpito Ekrem Imamoglu era relativo alle accuse di "estorsione, corruzione, frode e turbativa d’asta da parte di un’organizzazione criminale" e di "favoreggiamento nei confronti dell’organizzazione terroristica Pkk". Insieme a Imamoglu erano state arrestate circa cento persone considerate a lui legate, tra cui il noto giornalista Ismail Saymaz. Gli arresti erano avvenuti poco prima che il sindaco di Istanbul venisse investito della candidatura alle presidenziale per il Partito repubblicano del popolo, principale partito di opposizione a Erdogan.

Il partito di Imamoglu: "Un colpo di Stato"

 "Ci troviamo di fronte a una grande tirannia", aveva detto Imamoglu subito dopo l'arresto in un messaggio pubblicato su X. "Voglio che sappiate che non mi arrenderò", aveva però aggiunto. E il suo partito, con il quale Imamoglu ha conquistato per due volte la poltrona di sindaco di Istanbul, aveva bollato l’arresto come "un colpo di Stato contro la volontà nazionale".

Turchia, manifestazioni di massa nelle principali città dopo l'arresto del sindaco di Istanbul

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A Istanbul le proteste non si fermano

 Intanto continuano le proteste e le manifestazioni contro l'arresto di Imamoglu. Scontri tra manifestanti e forze dell'ordine si sono verificati a Istanbul, ad Ankara e Smirne. E la risposta delle autorità non si è fatta attendere: nelle ultime ore sono almeno 323 le persone arrestate a Istanbul durante i cortei, mentre il giorno precedente la polizia aveva arrestato 343 persone a Istanbul e in altre città turche. Il ministro dell'Interno, Ali Yerlikaya ha spiegato sui social che alcuni manifestanti nella capitale hanno gettato acido contro un agente di polizia.

L'Ue avverte: "Sia rispettata la democrazia"

 "Gli arresti del sindaco Imamoglu e di oltre 300 manifestanti sollevano seri interrogativi sul rispetto, da parte della Turchia, della sua consolidata tradizione democratica. In quanto membro del Consiglio d'Europa e Paese candidato all'adesione all'Ue, la Turchia ha il dovere di rispettare i valori democratici", ha detto un portavoce della Commissione europea. Ankara, aggiunge, è chiamata a tutelare "tanto i diritti degli eletti quanto il diritto dei cittadini a manifestare pacificamente".

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