Turchia, esplosioni a comizio del partito curdo: 4 morti e quasi 350 feriti
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Probabile attentato a Diyarkabir, nell'Anatolia sud-orientale, dove doveva parlare Selahattin Demirtas, leader dell'Hdp
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Alcune esplosioni si sono verificate in Turchia, a Diyarbakir, nell'Anatolia sud-orientale, a un comizio del leader del partito curdo Hdp Selahattin Demirtas. Secondo quanto riferito dal ministro della Salute, Mehmet Muezzonoglu, 4 persone sono morte e circa 350 sono rimaste ferite. Si fa strada la pista dell'attentato dopo che il ministro dell'Energia ha escluso l'esplosione accidentale in una centralina elettrica.
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Negli ospedali della città decine di persone stanno donando il sangue. Secondo alcuni testimoni, la prima esplosione sarebbe avvenuta in un cestino della spazzatura, la seconda in una centralina elettrica poco distante.
"Invito tutti a non cedere alle provocazioni. Non dobbiamo cadere nella trappola. Continuiamo il nostro lavoro per le elezioni". Ha lanciato un invito alla calma il candidato premier del partito filo-curdo Hdp subito dopo l'esplosione. In discorso tenuto in serata, Demirtas ha parlato apertamente di attacco. Il leader del partito curdo Selahattin Demirtas ha definito le esplosioni a Diyarbakir pochi minuti prima del suo comizio "un attacco". "I poteri dietro a questo attacco - ha detto parlando dal suo quartier generale -, saranno, spero, scoperti". Ed ha lanciato un appello alla calma ripreso anche dal premier Ahmet Davutoglu.
Tra le vittime un ragazzo di 16 anni - Una delle vittime delle esplosioni che hanno colpito il comizio elettorale del partito curdo Hdp a Diyarbakir aveva 16 anni, un'altra ne aveva 20, secondo l'agenzia Dogan, che parla anche di diversi fra i circa 350 feriti in condizioni critiche. Subito dopo le due esplosioni, la manifestazione è stata annullata, ma un folto gruppo di giovani militanti curdi ha deciso di restare, e si è scontrato con la polizia, che ha tentato di disperderlo. Sono volati sassi e gli agenti hanno risposto con lacrimogeni e idranti. E mentre in piazza avvenivano i tafferugli, molti abitanti di Diyarbakir hanno fatto sentire la loro protesta percuotendo pentole e coperchi da finestre e balconi