La vicenda del nostro connazionale proprio alla vigilia del referendum costituzionale che, dichiara Erdogan, "potrebbe spianare la strada al ritorno della pena di morte". Arrestati 49 sospetti jihadisti
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Il giornalista e documentarista Gabriele Del Grande, fermato lunedì in Turchia, sta bene. Lo assicura la Farnesina in una nota precisando che è stato fermato "perché si trovava in una zona del Paese in cui non è consentito l'accesso". Il ministero degli Esteri, in stretto raccordo con l'Ambasciata d'Italia ad Ankara e il Consolato a Smirne, continua a seguire il caso con la massima attenzione al fine di favorire una rapida soluzione della vicenda.
La legale del giornalista: "Speriamo in un rientro rapido" - Segnali positivi arrivano intanto dalla legale della famiglia di Del Grande, Alessandra Ballerini, che in una nota congiunta con Luigi Manconi, presidente della commissione per la Tutela dei diritti umani del Senato, scrive: "Auspichiamo che al più presto siano noti i tempi e le modalità di rimpatrio del giornalista". Del Grande, ancora trattenuto in un centro di detenzione amministrativa in Turchia, si trovava nel Paese per scrivere il suo nuovo libro, sostenuto da 1342 "editori dal basso" grazie alla campagna crowd-funding "Un partigiano mi disse".
Intanto, l'ambasciatore italiano ad Ankara ha incontrato sia il ministro degli Esteri sia il direttore generale del ministero dell'Interno: entrambi hanno confermato le buone condizioni di salute di Gabriele Del Grande e la sua imminente espulsione dal Paese. Lo stesso ministro degli Esteri si è impegnato a inviare una nota all'ambasciatore italiano per comunicargli i dettagli sul rimpatrio.
Erdogan: "La vittoria del sì al referendum spianerà la strada alla pena di morte" - La vicenda del giornalista italiano arriva in un momento di grande fibrillazione in Turchia, a poche ore dal referendum costituzionale del 16 aprile. In merito, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che una vittoria del sì potrebbe spianare la strada al cammino per la reintroduzione della pena di morte. "La mia decisione sulla pena capitale è chiara", ha detto ai suoi simpatizzanti a Istanbul, "se il Parlamento l'adotta e me la presenta, la accetterò e porrò fine alla questione. Se questo non accade, faremo un altro referendum e la nazione deciderà".
"Militanti Isis volevano attaccare i seggi", 49 arresti - Fermati dall'antiterrorismo 49 sospetti jihadisti in sette diversi quartieri di Istanbul, tra cui 41 combattenti stranieri, dice Anadolu. I blitz hanno colpito presunti militanti Isis che sarebbero stati pronti ad "attacchi sensazionali" nei seggi, che aprono domenica per il referendum sul presidenzialismo. Alcune delle persone arrestate avrebbero anche legami con l'attentatore di Capodanno al nightclub "Reina". In precedenza, con la stessa accusa erano stati fermati altri cinque sospetti a Istanbul e nove nella provincia meridionale di Mersin.