Tassisti bloccano il servizio a Milano per protestare contro la app Uber
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La decisione segue il verdetto della Corte Suprema. Tra i diritti riconosciuti, il salario minimo e la pensione
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Uber garantirà ai suoi 70mila autisti britannici lo status di dipendenti, in quella che è una prima mondiale per l'App di auto con conducenti. Gli autisti avranno diritto, fra l'altro, al salario minimo e alla pensione. La decisione di Uber segue il verdetto della Corte Suprema che ha stabilito che gli autisti di Uber sull'isola vanno considerati dipendenti, non collaboratori autonomi.
"Questa è una giornata importante per i nostri autisti in Gran Bretagna. Ci auguriamo che tutti gli altri operatori si uniranno a noi per migliorare la qualità del lavoro", afferma Jamie Heywood, manager di Uber per il nord e l'est Europa.
La svolta di Uber potrebbe spingere gli attivisti a cavalcare il caso britannico per mettere pressione sull'App per auto con conducenti al fine di costringerla riclassificare i suoi autisti come dipendenti. Una missione non facile visto che Uber lo scorso hanno ha vinto una battaglia importante in casa, nella sua California, dove l'ha spuntata e ha ottenuto che i suoi autisti continuassero a essere considerati come liberi professionisti che prestano servizio per l'azienda e non fossero riconosciuti come dipendenti.
Una vittoria ottenuta non in tribunale ma alle urne, con un referendum che ha esentato le società della "gig economy" (economia a prestazione) dall'applicare la legge statale per i loro lavoratori. Nonostante il successo, Uber ha deciso di concedere alcuni benefit, fra i quali l'assicurazione sanitaria, ai suoi autisti californiani, augurandosi che il modello California possa diventare uno standard nazionale negli Stati Uniti.
Nell'annunciare la svolta britannica Uber non precisa quanto costerà l'operazione, limitandosi a dire di non attendersi modifiche nelle previsioni per il trimestre o l'anno.
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