Il nucleare in Ucraina
© L'Ego-Hub
© L'Ego-Hub
Le forze di Mosca hanno conquistato l'impianto di Zaporizhzhia che, nonostante un incendio provocato dal bombardamento, è stato messo in sicurezza: non si registrano fughe radioattive
Dopo una notte di angoscia per i possibili rischi derivanti dal bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, in quello che il presidente Zelensky ha bollato come un atto di "terrore nucleare", le forze militari russe hanno preso il controllo dello stabilimento. Secondo le autorità ucraine, una volta domato l'incendio scoppiato nella notte a causa dei bombardamenti, "il personale operativo sta monitorando le condizioni dell'impianto", ma fortunatamente, ha confermato anche l'Aiea, non vi sono state fughe radioattive. I sei reattori della centrale nucleare producono energia sufficiente per alimentare quattro milioni di case, e risultano essere ancora integri.
L'attacco a Zaporizhzhia (nel quale tre militari ucraini sono stati uccisi e due feriti) ha però causato forte allarme nel mondo intero: sia Kiev sia l'agenzia atomica dell'Onu hanno chiesto a Mosca di sospendere le operazioni militari intorno al sito. E poche ore dopo gli Stati Uniti si sono schierati apertamente contro l'operazione: "È un crimine di guerra attaccare una centrale nucleare. Il bombardamento da parte di Putin della più grande centrale nucleare europea porta il suo regno del terrore un passo più avanti", ha scritto su Twitter l'ambasciata americana a Kiev.
Crimine di guerra - Quello di attaccare una centrale nucleare, spiega la professoressa Marina Castellaneta, docente di Diritto internazionale all'Università di Bari, può infatti essere considerato crimine di guerra perché "deliberatamente è scelto un obiettivo che può causare effetti indiscriminati sui civili". Allo stesso modo costituiscono crimine di guerra secondo il diritto internazionale "l'utilizzo di armi vietate o l'utilizzo di armi consentite però in modo vietato. Per esempio colpire obiettivi civili, beni culturali, ospedali, utilizzare armi che non permettono di distinguere tra obiettivi civili e militari".
© L'Ego-Hub
© L'Ego-Hub
Timori reali o reazione eccessiva? - Ma al di là di azioni avventate e dichiarazioni propagandistiche da una e dall'altra parte, quali sono stati i rischi reali nell'attacco alla centrale? Secondo Andrew Stuchbery, professore di fisica nucleare all'Università Nazionale Australiana "questo tipo di reattore è molto diverso da quello di Chernobyl che esplose nel 1986. Il progetto è molto diverso, è un reattore ad acqua pressurizzata mentre l'altro era un reattore a grafite raffreddato ad acqua senza una vera struttura di contenimento. Questo reattore all'interno ha una struttura di contenimento molto solida in cemento, progettata per proteggerlo anche dai missili. E anche, se il nucleo si rompe, per contenere la radioattività".
Il rischio più concreto, secondo il fisico, è stato quello dell'incendio, perché il fuoco avrebbe potuto "danneggiare i sistemi di raffreddamento per esempio facendo saltare la corrente al sito. Questo avrebbe potuto portare a un danno del nucleo. Con le informazioni che ho al momento - sottolinea Stuchbery - fatico a credere che, come dice il ministero ucraino della Difesa, potrebbe esserci un disastro dieci volte peggio di Chernobyl. Ma al tempo stesso penso che sia assolutamente disgustoso prendere di mira in questo conflitto un impianto nucleare. È una cosa schifosa".
© Italy Photo Press
© Italy Photo Press
La centrale più grande d'Europa - Il sito nucleare di Zaporizhzhia sorge a Energodar, nel Sud dell'Ucraina, ed è la più grande in Europa e fra le dieci più grandi del mondo. È di proprietà di Energoatom, l'azienda energetica nazionale, ed è una delle quattro attive nel Paese: può arrivare a produrre 42 gigawattora di elettricità, circa metà dell'energia generata complessivamente da tutte le centrali nucleari ucraine e il 20% della produzione annuale del Paese. Operativa dal 1984, conta sei reattori ad acqua pressurizzata costruiti tra il 1984 e il 1995, con una capacità totale di 5.700 megawatt e una vita operativa di 30 anni ciascuno.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: