Il gas naturale e la guerra in Ucraina: tutto quello che c'è da sapere
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Il presidente americano attinge a piene mani alle riserve strategiche di oro nero. E osserva: "Alleati e partner potrebbero rilasciare da 30 a 50 milioni di barili di petrolio"
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Joe Biden cala l'asso sul tavolo della partita sull'energia che vede scontrarsi Occidente e Russia sullo sfondo della guerra in Ucraina. Il presidente americano attinge a piene mani alle riserve strategiche di petrolio, annunciando il rilascio di un milione di barili al giorno nei prossimi sei mesi per un totale di 180 milioni di barili. "Non permetteremo a Putin di usare le risorse energetiche della Russia come un'arma", ribadisce annunciando un nuovo piano per fronteggiare il caro prezzi dei carburanti.
Secondo il numero uno della Casa Bianca, alleati e partner potrebbero rilasciare da 30 a 50 milioni di barili di petrolio.
Una mossa "senza precedenti" - Dopo aver varato l'embargo dei prodotti energetici russi, Biden annuncia quello che definisce "il più grande rilascio di riserve petrolifere nella storia", una mossa "senza precedenti". Le ulteriori forniture "allevieranno le sofferenze degli americani", che "pagano le scelte di un dittatore" e serviranno "come ponte sino alla fine dell'anno, quando la produzione domestica aumenterà".
"Putin isolato" - "Non lasceremo che Putin strumentalizzi le sue risorse energetiche", avvisa il presidente americano, secondo il quale l'omologo russo sembra ora "isolato" poiché avrebbe "licenziato o messo ai domiciliari alcuni suoi consiglieri".
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Biden contro le major del petrolio - Biden fustiga poi le major petrolifere americane che siedono sui loro profitti record ("80 miliardi di dollari lo scorso anno") senza pompare più greggio sfruttando l'impennata dei prezzi legata alla guerra ("ad alcune piace questo aumento"). Con la sua decisione, il presidente Usa gioca d'anticipo sulla riunione dell'Opec+ che, nonostante le sollecitazione della comunità internazionale a incrementare in modo significativo la produzione di greggio, si è limitata a un graduale e modesto aumento solo di 432mila barili al giorno. Ma già le prime indiscrezioni del piano di Biden sono bastate a far abbassare (di circa il 4%) il prezzo dell'oro nero nelle principali piazze mondiali, da New York a Londra, dopo il record di oltre 130 dollari al barile a inizio marzo.
Il petrolio chiude a 101,11 dollari a New York - Intanto il petrolio chiude "pesante" a New York, dove le quotazioni perdono il 6,22% a 101,11 dollari al barile.
Corsa contro i prezzi - L'inquilino della Casa Bianca era già ricorso alle riserve strategiche, rilasciando 50 milioni di barili a novembre e altri 30 a inizio marzo, ma con scarsi effetti. Ora fa una mossa audace nel tentativo di calmierare la corsa dei prezzi al consumo, che in marzo hanno continuato a crescere del 6,4% annuo (0,6% mensile), e della benzina, che resta oltre i 4 dollari al gallone. Per Biden l'inflazione è il maggiore problema di politica interna, perché rischia di mettere in pericolo le elezioni di metà mandato a novembre, alle quali i democratici già si affacciano in difficoltà.
Le riserve strategiche sono state create nel 1975 contro gli shock petroliferi e conservate in immense caverne profonde sino a 800 metri lungo la costa del Golfo del Messico. Attualmente contano 568 milioni di barili, ma ne possono immagazzinare fino a 714 milioni.
Due iniziative in tema energia - Il presidente annuncia anche altre due iniziative sul fronte energetico. Da un lato ha sollecitato il Congresso a far pagare multe alle aziende petrolifere che non producono nelle terre federali su cui hanno la licenza. Dall'altro ha invocato una legge di guerra degli anni '50 per garantire la produzione di minerali cruciali (come litio, nickel, cobalto e grafite) necessari per le batterie dei veicoli elettrici.
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