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Speciale Guerra Ucraina

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Borrell: "Via le restrizioni alle armi date a Kiev" | Tajani: "Le nostre restrizioni restano" | Kuleba: "Se ci date i missili possiamo battere Mosca"

L'esercito di Kiev prova a sfondare il confine a Belgorod. Zelensky: "Testato il nostro primo missile balistico". La capitale senza luce dopo gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche

di Redazione online
29 Ago 2024 - 20:01

La guerra in Ucraina giunge al giorno 918. Secondo l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, "vanno tolte le restrizioni sulle armi date a Kiev, l'Ucraina deve poter colpire obiettivi militari in Russia". Il ministro degli Esteri ucraino, Dimitri Kuleba, afferma che Kiev "può battere Mosca ma servono missili". Ma Tajani chiarisce: "Restano le restrizioni sulle armi italiane". Intanto, Zelensky ammette che la situazione a Pokrovsk nel Kursk è "estremamente difficile" e annuncia che presenterà un "piano per la vittoria" agli Stati Uniti a settembre. L'annuncio non arresta però la Russia, che afferma di voler proseguire l'operazione militare nel Paese invaso in ogni caso. Il tutto mentre le forze di Kiev, dopo l'incursione a Kursk, hanno tentato di superare il confine anche a Belgorod. Secondo l'Aiea, l'attacco ucraino nella regione russa che ospita una centrale nucleare aumenta il rischio di un incidente atomico. Zelensky ha poi affermato che l'Ucraina ha testato il suo primo missile balistico. Kiev resta al buio dopo gli attacchi alle infrastrutture energetiche.

Attacchi russi alle infrastrutture energetiche, Kiev resta al buio

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"Nel corso del Consiglio abbiamo affrontato la questione della rimozione delle limitazioni alle armi fornite all'Ucraina ma questa alla fine è una decisione nazionale ed è stata la volontà degli Stati membri che rimanga così, quindi non una decisione al livello europeo". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell al termine del Consiglio Esteri informale.


"Proposte sconsiderate da Bruxelles sia sull'Ucraina che sul Medioriente. La pericolosa furia dell'Alto Rappresentante deve essere fermata. Non vogliamo altre armi in Ucraina, non vogliamo altri morti, non vogliamo un'escalation della guerra, non vogliamo un'escalation della crisi in Medioriente. Oggi continuiamo ad adottare una posizione pacifica e di buon senso". Lo scrive in un post su Facebook il ministro degli Esteri ungherese, Pe'ter Szijjártó.


"Il ritardo nella consegna degli aiuti militari può essere facilmente percepito dagli ucraini come una spinta verso i negoziati con la Russia e che si rende ora necessaria una via d'uscita dalla guerra, perché i soldi stanno finendo. Ma l'Ucraina vuole una chiusura alle sue condizioni. Ecco allora l'offensiva di Kursk, per avere qualcosa da negoziare con Mosca, visto che potrebbe essere costretta ad avviare le trattative prima delle elezioni americane". Lo dichiara all'Ansa un'alta fonte diplomatica europea.


"Da giugno l'Ucraina non riceve munizioni, i Patriots promessi non sono stati ancora consegnati. Allora io mi domando: non siamo anche noi parte del problema?". Lo ha detto Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri della Lituania. "Sappiamo che alcuni aiuti promessi nel 2023 saranno consegnati solo nel 2027 ma intanto i titoli di giornale sono usciti: creiamo una narrativa per dire ai nostri cittadini che combattiamo per il bene ma poi quando si tratta di andare al sodo le cose cambiano. E Putin invece ha partner affidabili, come la Corea e l'Iran", ha aggiunto.


"Possiamo sconfiggere la Russia, lo abbiamo dimostrato una volta di più. Ma dobbiamo poter colpire gli obiettivi militari legittimi dentro la Russia, gli aeroporti da dove partono gli attacchi per l'Ucraina, se abbiamo missili sufficienti e possiamo colpire gli obiettivi, ridurremo la pressione sulle infrastrutture critiche". Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Bruxelles.


"Ogni Paese decide per sé, per quanto ci riguarda l'uso delle armi italiane può avvenire solo all'interno dell'Ucraina". Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando al Consiglio Affari Esteri a Bruxelles.


"Le restrizioni all'uso delle armi date all'Ucraina devono essere revocate, ci deve poter essere pieno utilizzo per colpire obiettivi militari in Russia in linea con le regole internazionali". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell accogliendo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Bruxelles per il consiglio informale esteri.


Le forze russe controllano circa il 40% della città strategica di Chasiv Yar, nel Donetsk. Lo riferisce Andriy Polukhin, portavoce della 24a Brigata meccanizzata ucraina, citato da Rbc-Ucraina. "Al momento, il nemico controlla la parte della città fino al canale. Questa è circa il 40% della città", ha detto Polukhin spiegando che se Chasiv Yar viene catturata, le forze russe otterranno un vantaggio tattico sulle alture sopra le città di Kostiantynivka, Druzhkivka e Kramatorsk, così come sulle rotte logistiche ucraine. Secondo Polukhin Chasiv Yar è stata distrutta in modo simile a Bakhmut e Avdiivka. "Sono solo rovine", ha detto.


Nella notte sei droni ucraini sono stati abbattuti sopra la Crimea e le regioni di confine di Bryansk e Belgorod. Lo afferma il ministero della Difesa russo, scrive l'agenzia Tass. "Durante la scorsa notte, le forze di difesa aerea russe hanno sventato il tentativo di attacco terroristico del regime di Kiev contro strutture nel territorio russo con l'uso di veicoli aerei senza pilota - si legge -. Tre droni sono stati abbattuti sulla Repubblica di Crimea, due sulla regione di Bryansk e uno sulla regione di Belgorod".


Esplosioni sono state udite nella notte a Kiev: lo riporta un corrispondente di Rbc-Ucraina, secondo il quale in precedenza un drone d'attacco russo si stava dirigendo verso la capitale. Le esplosioni sono avvenute intorno alle 4:21 (le 3:21 in Italia). Le forze russe hanno lanciato droni kamikaze su diverse regioni del Paese. Oltre alla città di Kiev sono state prese di mira la stessa regione della capitale, la regione di Sumy (nord-est), la regione di Mykolaiv (sud), la regione di Kharkiv (est), quella di Dnipropetrovsk (est) e quelle di Chernihiv (nord), Poltava (centro-est), Cherkasy (centro) e Vinnytsia (sud).


Un allarme aereo è scattato nella notte a Kiev a causa del rischio di attacchi da parte di droni russi contro la capitale ucraina. Lo ha reso noto l'Amministrazione militare della città, come riporta Rbc-Ucrainia. 


Un tribunale militare di Mosca ha condannato un meccanico russo a 18 anni di carcere per aver tentato di far esplodere un centro di reclutamento militare. Lo hanno riferito le agenzie di stampa russe.

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