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"La nostra resistenza e le sanzioni occidentali hanno costretto Mosca a cambiare leggermente posizione, ma il cammino è ancora lungo"
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E' ancora molto lontano un accordo di pace tra Ucraina e Russia, tra dettagli da limare e compromessi da accettare. Dopo la notizia di un piano in 15 punti, che aveva fatto sperare in un'intesa più vicina, a frenare gli entusiasmi è stato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che ha ridimensionato le attese: "Devo essere chiaro, entrambe le delegazioni, sia quella russa sia quella ucraina, sono lontane dal raggiungere un accordo sulla situazione attuale".
Tra aperture e ultimatum - E ha spiegato: "Ci sono una serie di fattori che fanno la differenza nella posizione russa nei colloqui. Il primo è la feroce resistenza dell'esercito e del popolo ucraini sul campo, il secondo sono le sanzioni imposte alla Russia, che fanno crollare e soffrire l'economia russa. Fattori che hanno costretto la Russia a cambiare leggermente posizione. Non posso definirlo un cambiamento drammatico o serio ma, date le circostanze, ogni mutamento nella posizione russa è costruttivo, perché loro iniziano con ultimatum che, se messi insieme, costituiscono una resa unilaterale dell'Ucraina e questo non è accettabile".
Zelensky: "Ecco le mie priorità" - Anche il presidente Volodymyr Zelensky ha ribadito la necessità di arrivare a una soluzione dei negoziati: "Le mie priorità sono chiare: fine della guerra, garanzie di sicurezza, sovranità, ripristino dell'integrità territoriale, garanzie reali per il nostro Paese, protezione reale per il nostro Paese. Se la guerra contro il popolo ucraino continua, le madri russe perderanno più figli che nelle guerre afghana e cecena messe insieme". Secondo una stima usa, finora sono 7mila i soldati russi morti nei combattimenti in Ucraina e almeno 14mila i feriti.
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