A KIEV SERVONO SOLDATI E MEZZI

Arruolamento di massa e "guerra lunga", l'Ucraina verso una nuova legge sulla mobilitazione

Lontano dal fronte del conflitto vero, nei palazzi di Kiev si consuma la frattura tra potere politico di Zelensky e potere militare di Zaluzhny. Il popolo protesta, i mezzi scarseggiano. E il Parlamento si prepara a discutere un decreto che vorrebbe arruolare un altro mezzo milione di ucraini

di Maurizio Perriello
16 Gen 2024 - 19:12
 © Ansa

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A poco più di un mese dal secondo anniversario di guerra, l'Ucraina resiste e vuole continuare a resistere all'invasore russo, senza compromessi su integrità e sovranità territoriali. Una volontà ostacolata però da molteplici fattori: il fallimento della controffensiva, la superiorità demografica e industriale della Russia, l'interruzione dell'assistenza militare Usa (che ora finirà sulle spalle degli altrettanto stanchi Stati Ue), il fattore tempo, le tensioni interne (soprattutto tra potere politico e potere militare, e dunque tra Zelensky e il generale Zaluzhny), il malcontento sociale per la legge marziale (che sospende le elezioni) e la mobilitazione generale. Proprio su quest'ultimo punto, il presidente ucraino ha annunciato un disegno di legge che chiederà un ulteriore sacrificio ai suoi concittadini. Un progetto al momento in revisione ma che finirà nella Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, e che suona come un sinistro "arruolamento di massa", con tanto di coscrizione internazionale all'estero e abbassamento dell'età militare. Una fonte "dissidente" ucraina ha svelato i contenuti principali del nuovo decreto sulla mobilitazione.

© Tgcom24

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L'Ucraina non ha un piano B agli aiuti occidentali

 Mentre da un lato Vladimir Putin, nel suo primo grande discorso pubblico del 2024 dopo quello di fine anno, ribadisce la linea dura della Russia su obiettivi militari e strategici ("Non ci ritireremo dai territori occupati, la vittoria è nelle nostre mani"), dall'altro Volodymyr Zelensky chiede a gran voce che l'Occidente non venga meno al suo impegno di supporto militare. Kiev ha bisogno di armamenti aerei superiori, di munizioni, di uomini. Non accetterà che l'Occidente ripeta "l'errore" del 2014, quando a suo dire Germania e Francia consentirono il congelamento del conflitto nel Donbass. "Abbiamo bisogno che Putin perda, perché è un predatore insoddisfatto dai prodotti congelati", ha affermato Zelensky. Intanto però il ministro Kuleba avverte senza mezzi termini che l'Ucraina "non ha un piano B" se dovessero venire meno gli aiuti occidentali, o anche se dovessero tardare di molto. La primavera 2024 sarà infatti decisiva per le sorti finali del conflitto, con la Crimea ago della bilancia militare e sociale. La ricostruzione post-bellica, ha assicurato Kuleba, non sarebbe poi un problema, visto che sarà finanziata con ogni probabilità con i beni russi immobilizzati in Occidente.

Reclutamenti forzati e corruzione per evitare il fronte

 La realtà del terreno evidenzia tutte le carenze dello schieramento ucraino. Secondo gli analisti, occorrono circa mezzo milione di nuovi soldati per compensare morti e feriti. Per non parlare dei disertori e degli sbandati fuggiti oltre confine, con tutto un mondo di compagnie illegali e un sistema di corruzione che facilitano l'espatrio o la possibilità di evitare il fronte a prezzi esorbitanti. La tensione sociale è alle stelle nei centri a ridosso del fronte caldo della guerra, con reclutatori che "accalappiano" giovani anche in strada, sotto gli occhi di chi ha già perduto il sonno per la paura delle bombe. Come in Russia, anche nel Paese invaso alcuni uffici di reclutamento arruolano con la forza chi non può o non vuole combattere. Ci sono testimonianze della fuga di uomini attraverso i fiumi e le montagne di confine verso Ovest. I rapporti e i filmati delle guardie di frontiera ucraine hanno segnalato un aumento del numero di tentativi di sfuggire alla mobilitazione, aggirando i posti di blocco o affrontando i controlli al checkpoint utilizzando documenti falsi. Da qui la direttiva per un rafforzamento dei controlli alle frontiere con gli Stati Ue. Il Servizio ucraino delle guardie di frontiera, citando il disegno di legge sulla mobilitazione non ancora adottato, ha avuto mandato di controllare scrupolosamente i documenti di tutti.

Zelensky contro Zaluzhny

 La situazione si sta facendo drammatica per Zelensky, che fonda tutto il suo consenso sulla guerra contro la Russia e la cui pressione sull'apparato militare ha generato tensioni nefaste. Non a caso la fiducia nei suoi confronti è crollata di oltre il 22% nel 2023. Lo scontro col capo delle Forze armate Valerij Zaluzhny è totale: da un lato il generale non vuole sacrificare gli scarsi mezzi e truppe, dall'altro il capo del governo grida "avanti tutta" nel timore che, se l'esercito smetta di attaccare e tenere testa ai russi a qualunque costo, il flusso di aiuti occidentali si blocchi del tutto. Da qui la decisione di riformare la mobilitazione, rendendola ancora più stringente. Senza fornire dettagli, il presidente ucraino si è limitato a riferire che il governo ha già sul tavolo "suggerimenti concreti" allineati con gli obiettivi militari che Kiev si è prefissata per il 2024. Ma noi questi dettagli li abbiamo ottenuti da una fonte interna.

La nuova legge sulla mobilitazione ucraina

 Il nuovo progetto di mobilitazione militare è in discussione presso la Verkhovna Rada, il Parlamento monocamerale ucraino. Secondo i deputati di Kiev, gli incontri si sono tenuti a porte chiuse con la partecipazione del comandante in capo delle Forze armate Zaluzhny, del capo di Stato maggiore Serhiy Shaptala e del ministro della Difesa Rustem Umerov. Una fonte interna ha svelato alcuni dei punti principali del provvedimento, ancora oggetto di discussione e dissapori nella maggioranza che hanno portato alla discussione di emendamenti.

Attualmente ogni cittadino ucraino di età compresa tra i 27 e i 60 anni può essere mobilitato nell'esercito. In tempo di pace, gli uomini di età compresa tra i 18 e i 27 anni avevano diritto alla coscrizione obbligatoria e venivano inviati nella riserva se superavano i 27 anni d'età. Il nuovo ddl prevede che:

- l'età anagrafica minima per la mobilitazione verrà ridotta da 27 a 25 anni;

- verrà introdotto il servizio militare di base per cinque mesi per tutti i cittadini di età inferiore a 25 anni;

- enti locali e alle imprese assumeranno il potere di gestire la mobilitazione;

- tutte le persone obbligate al servizio militare dovranno presentarsi spontaneamente agli uffici di registrazione e arruolamento militare, indipendentemente dal fatto se abbiano ricevuto una convocazione o meno;

- verrà abolito il differimento per alcune categorie disabili e per gli ex deputati;

- a coloro che prestano servizio militare all’estero verrà rilasciato il passaporto solo dietro presentazione dei documenti di registrazione militare;

- i mandati di comparizione elettronici diventeranno elettronici (come la mobilitazione elettronica in Russia);

- verrà introdotta una serie di sanzioni per la renitenza alla leva, compreso il divieto di transazioni con beni immobili e oggetti di valore e l'ottenimento della patente di guida, di prestiti e benefici.

Il progetto di coscrizione internazionale

 All'esercito ucraino servono 500mila uomini e Kiev li vorrebbe cercare anche all'estero. E vorrebbe farlo "in ogni modo possibile" il consigliere di Zelensky, Mikhailo Podolyak, supportato anche dal ministro Umerov. L'idea è quella non solo di inasprire le sanzioni contro chi si rifiuta di tornare in patria per combattere, ma anche di chiedere agli Stati ospitanti di revocare il permesso di soggiorno o le prestazioni sociali per i cittadini ucraini renitenti. Anche questo progetto di legge, altrettanto discusso, sembra aver avviato il suo iter burocratico. I dubbi sulla fattibilità sono tanti e importanti. Va da sé, per cominciare, che i Paesi europei che ospitano ucraini "in età di guerra" siano disposti a collaborare per facilitare questa coscrizione internazionale coatta. Attualmente la legge marziale ucraina vieta ai coscritti (uomini tra i 18 e i 60 anni e donne, le cui professioni sono legate a specializzazioni militari) di lasciare il Paese.

Le proteste e il malcontento popolare in Ucraina

 Convincere le famiglie a non rivedere i propri cari per due anni, senza o con pochissime licenze, e non dare l'impressione di poter vincere è una bomba a orologeria sociale. Prima o poi il popolo esplode. Già da tempo il sistema di coscrizione ucraino in tempo di guerra è stato oggetto di veementi critiche. A metà novembre a Kiev si è svolta una protesta dei parenti dei soldati, che hanno chiesto maggiore trasparenza sul servizio militare. Alcuni non vedono i loro cari, partiti per il fronte, dai tempi dell'invasione russa del febbraio 2022. A pesare sulla resistenza civile ucraina è anche il profondo peggioramento della situazione economica, soprattutto dei centri rurali. Intervistati, molti cittadini di Kiev hanno espresso la loro contrarietà alla mobilitazione forzata.

Il messaggio di Mosca agli ucraini scontenti (e anche ai russi)

 In tutto questo, la Russia non sta di certo a guardare e si rivolge direttamente agli ucraini dissidenti o scontenti. Su Telegram e social, ma anche sul campo direttamente, il Cremlino si rivolge ossessivamente a questi soggetti con quella che è stata ribattezzata la "linea Volga", da nome del grande fiume che esprime da nord a sud lo spirito nazionalista russo. Si tratta della radiofrequenza 149.200, creata nell'estate 2023 per ricevere appelli di resa da parte dei militari ucraini. "C'è un modo semplice per salvarvi la vita: contattare il 149.200", recita lo slogan più ripetuto. La retorica di Mosca è però soprattutto rivolta verso l'interno, ai cittadini russi. Anche in questo caso lo "spirito del Volga" è centrale. Per quanto riguarda ad esempio la smobilitazione delle persone arruolate nell'esercito regolare russo con la mobilitazione parziale alla fine del 2022. La tattica preferita degli oratori nazionali per i soldati sopra i 45 anni è quella di fare appello all'esperienza della Grande Guerra Patriottica (come in terra russa chiamano la Seconda Guerra Mondiale) sottolineando la grandezza e insieme la magnanimità del Cremlino, perfino in tempo di guerra, con una domanda: "Riesci a immaginare qualcosa di simile sotto Stalin?". I miracoli della propaganda di un Paese invasore.

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