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Ucraina, Kiev: "Nel settore di Bakhmut ci sono 52mila soldati russi"

Per il presidente della Cei, il cardinale Zuppi "serve una pace giusta". Stoltenberg: "La controffensiva ucraina avanza gradualmente"

di Redazione online
17 Set 2023 - 23:59

La guerra in Ucraina giunge al giorno 571. Il servizio stampa del gruppo militare orientale ucraino ha affermato alla tv nazionale che attualmente ci sono 52mila soldati russi nel settore di Bakhmut, nel Donetsk. Secondo il portavoce Ilya Yevlash, Mosca "solo nella direzione orientale, dispone di circa 150mila soldati e di numerose attrezzature". Per il presidente della Cei, il cardinale Zuppi "in Ucraina serve una pace giusta. Serve che le parti in causa siano garantite". Stoltenberg: "La controffensiva ucraina avanza gradualmente".


Alcune potenti esplosioni sono state registrate nei pressi di Capo Fiolent, nella città di Sebastopoli, nella Crimea occupata dai russi. Secondo il canale Telegram Crimean wind, "in base ai dati preliminari, l'esplosione ha avuto luogo nell'unità di intelligence o nell'unità di difesa aerea, che sono situate l'una vicina all'altra". Stando alle fonti di Suspilne  nell'intelligence ucraina si è trattato di un'operazione speciale della Direzione principale dell'intelligence e delle forze navali ucraine.



Le forze di difesa aerea russa hanno annunciato di aver distrutto due droni ucraini sopra la parte sud-occidentale della Crimea, occupata dal 2014.


Le Forze armate ucraine annunciano la liberazione di Klishchiyivka, vicino a Bakhmut. La dichiarazione è stata rilasciata con un video dall'80esima brigata separata d'assalto aereo delle Forze aeree dell'Ucraina. Nelle immagini si vedono anche il reggimento Tsunami e la Brigata Luty il successo è stato confermato anche dal ministero degli Interni, come riporta Rbc Ucraina. "I soldati della Brigata 'Luty' insieme ai soldati dell'80esim brigata d'assalto aereo e della quinta Brigata meccanizzata separata hanno cacciato gli occupanti russi e restituito la bandiera ucraina alla Klishchiyivka liberata", ha detto il ministero.


"L'Ucraina ha lanciato una controffensiva che tutti ovviamente speravamo sarebbe stata più spedita, ma sta gradualmente guadagnando terreno". Lo ha dichiarato il segretario della Nato Jens Stoltenberg alla trasmissione 'In mezz'ora' sui Rai 3. Stoltenberg ha ribadito che tutte le guerre sono "imprevedibili" e ha aggiunto che "quanto più forte è l'Ucraina sul campo di battaglia, quanto più territorio riuscirà a liberare, tanto più forte sarà al tavolo dei negoziati".


Il servizio stampa del gruppo militare orientale ucraino ha affermato alla tv nazionale che attualmente ci sono più di 50 mila soldati russi nel settore di Bakhmut, nel Donetsk. "Nella direzione di Bakhmut ci sono 52 mila soldati russi e circa 274 carri armati, più di mille veicoli corazzati, 150 sistemi di artiglieria e poco più di 120 sistemi di razzi a lancio multiplo", ha dichiarato il portavoce Ilya Yevlash. E ha aggiunto che Mosca "solo nella direzione orientale, dispone di circa 150 mila soldati e di numerose attrezzature". Secondo l'esercito, l'Ucraina sta facendo progressi sul fianco meridionale della direzione est.


Questa mattina l'esercito russo ha bombardato massicciamente Avdiivka, in Donetsk, con l'artiglieria. Ci sono danneggiamenti, ha dichiarato Igor Moroz, capo dell'amministrazione militare regionale, indicando che anche le comunità di Vuhledar, Chasovoyarsk e Maryinka sono state sottoposte a bombardamenti russi.


Nella notte le difese aeree ucraine hanno distrutto dieci obiettivi nemici nelle regioni di Mykolaiv e Odessa nella notte del 17 settembre. Lo ha dichiarato il Comando aereo Sud in un post su Facebook, citato Ukrinform. "In particolare, quattro missili da crociera Kh-101/Kh-555/Kh-55 e due droni da combattimento Shahed-136/131 sono stati distrutti dalle forze di difesa del Comando aereo Sud sulla regione di Odessa, e tre droni Shahed-136/131 sulla regione di Mykolaiv", scrive il Comando. Missili e i droni russi hanno preso di mira soprattutto il sud della regione di Odessa.


Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha lasciato oggi l'Estremo Oriente russo sul suo treno blindato diretto al confine con la Corea del Nord, hanno riferito le agenzie di stampa russe, dopo la visita nella Federazione che era iniziata martedì scorso. "La cerimonia di partenza del leader di Pyongyang si è svolta alla stazione Artiom-Primorsky-1, dove si trovava già il treno blindato di Kim Jong Un", ha scritto l'agenzia Ria Novosti.


Le truppe russe continuano a bombardare il distretto di Nikopol, nella regione ucraina di Dnipropetrovsk. Lo ha riferito Serhiy Lysak, capo dell'amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, che ha dato la notizia tramite Telegram, come riferisce Ukrinform.


Esplosioni vengono segnalate in queste ore nella città meridionale di Odessa, con l'allarme antiaereo scattato in tutta l'Ucraina dopo il lancio di missili da crociera da parte di bombardieri strategici russi. Lo riportano i media locali.


Il leader nordcoreano Kim Jong-un e il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu hanno discusso a Vladivostok della cooperazione e degli scambi tra le forze armate dei due paesi, riferiscono i media di Pyongyang. Kim e Shoigu "si sono scambiati opinioni su questioni relative al continuo rafforzamento dell'interazione tattica e strategica, della cooperazione e degli scambi reciproci tra le forze armate dei due paesi nel campo della difesa e della sicurezza", afferma Voice of Korea.


In Ucraina "serve una pace giusta e sicura, essendoci stata molta delusione per accordi che non hanno portato alla soluzione prevista. Se io faccio una pace per preparare un altra guerra, come nel 2014, non è questo l'obiettivo. Serve che le parti in causa siano garantite in questo senso. Per me una speranza c'è sempre, non è né ingenuità né ottimismo, per forza c'è una speranza e credo che anche se le posizioni sono inconciliabili la via del dialogo significa affrontare i problemi con chiarezza per poter rendere coinciliabile quello che oggi appare inconciliabile. Se tanti operano in questo senso è possibile che le cose succedano, altrimenti resteranno solo le armi". Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi.

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