Il colloquio tra il presidente russo e il capo della Wagner è durato circa 3 ore. Medvedev minaccia di colpire centrali nucleari dell'est Europa. Kiev: "A Bakhmut russi in trappola, città sotto controllo"
di Redazione onlineLa guerra in Ucraina giunge al giorno 502. Il Cremlino conferma che Prigozhin ha incontrato Putin il 29 giugno a Mosca in un colloquio durato circa tre ore. Zelensky lancia un appello affinché "la Nato dia una risposta unitaria sull'adesione: la presenza di Kiev al vertice dimostra la nostra forza". Kuleba da parte sua annuncia che l'Alleanza "semplifica" l'iter di adesione dell'Ucraina, eliminando di fatto l'obbligo per Kiev di seguire il rigido Piano d'Azione per l'Adesione (il cosiddetto "Map", Membership Action Plan) come parte del percorso di ingresso nel Patto. Ma per Tajani "l'adesione potrà avvenire solo dopo la guerra". Intanto, le truppe ucraine registrano una "netta avanzata" sul fianco sud della città di Bakhmut: "Russi in trappola". Medvedev minaccia di colpire centrali nucleari dell'est Europa.
Alla vigilia del vertice della Nato di Vilnius, il presidente Volodymyr Zelensky chiede un "segnale chiaro" sull'adesione dell'Ucraina all'Alleanza atlantica. "L'Ucraina merita di far parte dell'Alleanza. Non ora, perché ora c'è la guerra, ma abbiamo bisogno di un segnale chiaro e questo segnale è necessario già adesso", ha detto Zelensky.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrà anche un bilaterale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a margine del vertice della Nato a Vilnius. Lo ha riferito Politico.
"Domani, nel giorno del vertice Nato, ormai impensabile senza l'Ucraina, sarà il 503° giorno di una guerra su larga scala. Questo la dice lunga sulla nostra forza - la forza del popolo ucraino, che di fronte a una guerra del genere, dopo tante battaglie e tanti giorni, ha la forza senza la quale la sicurezza dell'Europa è semplicemente inimmaginabile". Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Le garanzie di sicurezza per l'Ucraina anche dopo la conclusione della guerra, sul modello adottato per Israele, non devono essere "un'alternativa" all'adesione di Kiev alla Nato. Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, aggiungendo: "Quando parliamo di garanzie di sicurezza, Joe Biden e Olaf Scholz affermano che l'Ucraina merita garanzie di sicurezza per difendersi dall'aggressione russa, comprendendo che tali garanzie di sicurezza durano fino al momento in cui l'Ucraina aderisce alla Nato. Pertanto, queste garanzie di sicurezza non devono essere viste come un'alternativa all'adesione alla Nato, ma come qualcosa che riempie questo vuoto da qui a quando l'Ucraina diventerà membro".
"Sul necessario sostegno militare all'Ucraina ci muoveremo nel pieno rispetto dei Trattati internazionali. Non è che se dalla Russia c'è una violazione dei trattati internazionali, noi dobbiamo fare lo stesso". Lo ha detto il commissario Ue alla Giustizia, Diedier Reynders, parlando dell'invio di bombe grappolo all'Ucraina.
I soldati russi morti accertati che combattevano nell'esercito regolare di Mosca sono almeno 47mila. È questa la stima riportata da due media russi indipendenti, Meduza e MediaZona, insieme allo statistico dell'Università di Tubinga Dmitry Kobak. Si tratta della stima più altra tra quelle elaborate grazie allo studio realizzato dai giornalisti sui dati ufficiali, come i rapporti esistenti sui necrologi pubblicati, i dati sulla mortalità del Servizio statistico federale e le ampie statistiche fornite dal Registro nazionale delle probabilità. "Abbiamo stimato che tra i 40mila e i 55mila uomini russi di età inferiore ai 50 anni sono morti combattendo in Ucraina entro il 27 maggio 2023", spiega Meduza. Ma c'è di più, perché se si tiene conto del numero di uomini feriti in modo così grave da non poter tornare in servizio, "il numero totale di vittime della Russia sale ad almeno 125mila soldati", cifra che non include i militari dispersi o catturati o "i cittadini ucraini che combattono con le forze russe per procura basate a Donetsk e Lugansk". In pratica, sono molto di più, ma è difficile dimostrarlo con i dati. Secondo gli ucraini le perdite russe sarebbero addirittura 235mila.
"Bakhmut. Il nemico è in trappola e la città viene posta sotto il controllo delle forze di difesa". Lo ha scritto su Telegram il generale ucraino Oleksandr Syrskyi. A fare eco alle parole di Syrsky anche la viceministra della difesa ucraina Hanna Malyar che, sempre su Telegram spiega che le forze di Kiev "hanno tenuto sotto controllo le entrate, le uscite e i movimenti del nemico in città per diversi giorni" e che questo è "reso possibile dal fatto che nel corso della loro avanzata, le nostre truppe hanno preso il controllo delle principali alture dominanti intorno a Bakhmut".
"Le consultazioni" sulla rimozione del Map (Membership Action Plan) per l'Ucraina "sono in corso. Non c'è una decisione finale ancora presa ma confido che gli Alleati mandino un chiaro messaggio all'Ucraina e che domani ci sia un accordo. E' presto per andare nel dettaglio". Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in conferenza stampa da Vilnius in vista del vertice dell'Alleanza Atlantica. In occasione del summit "aumenteremo il nostro sostegno all'Ucraina con un pacchetto di assistenza multipla e porteremo avvicineremo l'Ucraina alla Nato".
La Cina intende continuare gli sforzi con la Russia per contribuire a costruire "un ordine mondiale prospero, stabile e giusto". Lo ha detto il presidente Xi Jinping, citato dall'agenzia Tass, ricevendo la presidente del Senato russo, Valentina Matvenko. Le relazioni tra i due Paesi, ha aggiunto Xi, mantengono "dinamiche di sviluppo salde e stabili".
"La scelta più giusta sia quella di dar vita a un Consiglio Nato-Ucraina per preparare il terreno a una futura adesione, che dovrà per forza avvenire dopo la guerra". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando del vertice dell'Alleanza di Vilnius. "Questo non significa che non ci sarà attenzione nei confronti dell'Ucraina o non sarà fatto di tutto per garantire l'indipendenza e la libertà del Paese. Ritengo però che si debba raggiungere l'obiettivo con passi che permettano di favorire anche il raggiungimento della pace".
Un ingresso dell'Ucraina nella Nato avrebbe "conseguenze molto, molto negative" e richiederebbe alla Russia una reazione "ferma". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Nell'incontro con Vladimir Putin del 29 giugno, i comandanti militari della Wagner hanno "ribadito il loro sostegno al presidente" e hanno affermato di essere pronti a continuare a combattere per la patria. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha confermato che il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin ha incontrato il presidente Vladimir Putin. L'incontro è avvenuto il 29 giugno ed è durato circa tre ore, alla presenza di 35 vertici militari. Durante il colloquio sono stati trattati vari temi: Putin ha valutato le azioni del Gruppo Wagner nel corso della difesa militare e il 24 giugno e ha ascoltato le spiegazioni dei comandanti, offrendo loro ulteriore impiego e applicazione delle loro competenze. Gli stessi comandanti hanno presentato la loro versione dell'accaduto e hanno sottolineato di essere strenui sostenitori e soldati del presidente russo, che erano e che sono "pronti a continuare a combattere per la patria".
La Nato "semplifica" l'iter di adesione dell'Ucraina, eliminando di fatto l'obbligo per Kiev di seguire il Piano d'Azione per l'Adesione (il cosiddetto "Map", Membership Action Plan) come parte del percorso di ingresso nel Patto. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, salutando con soddisfazione la decisione occidentale che, a suo dire, "accorcia il percorso ucraino verso la Nato". Si tratta di un passo importante, ottenuto al termine di intensi colloqui, poiché il Map presenta paletti molto rigidi che il Paese aspirante membro Nato deve rispettare, producendo ogni anno relazioni su riforme e misure da portare avanti a livello nazionale.
Evgeny Prigozhin sarebbe a Mosca e avrebbe incontrato Vladimir Putin. Lo riporta Liberation, citando fonti "dei servizi di informazione occidentali". "Almeno da venerdì 1 luglio - scrive il quotidiano francese - Prigozhin sarebbe al Cremlino, dove è stato convocato dai suoi principali comandanti. Avrebbe incontrato Vladimir Putin e sarebbe stato ascoltato dal generale Viktor Zolotov, comandante della guardia nazionale Rosgvardia e fedelissimo del presidente, e da Serghei Naryshkin, capo dei servizi di informazione esterni russi".
La scorsa settimana le truppe russe hanno respinto più di 70 attacchi ucraini nella direzione di Luhansk, eliminando oltre 2.600 militari ucraini e mercenari stranieri. Lo ha affermato in un'intervista all'agenzia di stampa Tass l'ex ufficiale della milizia popolare della repubblica di Luhansk Andrej Marochko. In questo periodo, le forze russe hanno anche sventato gli attacchi di 16 gruppi di sabotaggio e ricognizione ucraini, distruggendo 92 veicoli. "54 diversi veicoli corazzati da combattimento sono stati danneggiati e 13 carri armati sono stati distrutti. Sono stati colpiti anche 46 diversi sistemi di artiglieri, 11 dei quali forniti dai Paesi della Nato", ha aggiunto Marochko.
Quattro persone sono morte in seguito a un attacco russo sulla città di Orikhiv nella regione di Zaporizhzhia, lo riporta Ukrainska Pravda citando il capo dell'amministrazione militare regionale, Yury Malashko. L'attacco sarebbe avvenuto "mentre venivano distribuiti aiuti umanitari in una zona residenziale". I deceduti sono tre donne di 43, 45, 47 anni e un uomo di 47 anni.
Le truppe ucraine registrano una "netta avanzata" sul fianco sud della città di Bakhmut, nell'est del Paese. Lo ha reso noto su Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar. "Nella direzione di Bakhmut, il nemico è sulla difensiva. C'è una netta avanzata delle nostre truppe sul fianco meridionale. Sul fianco nord non ci sono cambiamenti di posizione", ha scritto Malyar.
Mosca potrebbe colpire impianti nucleari nell'Europa orientale, se fosse confermato un tentativo d'attacco alla centrale russa di Smolensk con missili Nato. E' la minaccia del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev. "Se verrà confermato un tentativo d'attacco alla centrale nucleare di Smolensk con missili Nato, sarà necessario esaminare uno scenario d'attacco simultaneo della Russia alle centrali ucraine di Pivdennoukrainski, Rivne e Khmelnytskyi, nonché a impianti nucleari nell'Europa dell'Est", ha scritto Medvedev sul suo canale Telegram. Secondo diversi canali social filorussi, truppe ucraine avrebbero cercato di organizzare un attacco missilistico alla centrale nucleare di Smolensk.
Esplosioni sono state segnalate nella notte nella città ucraina meridionale di Mykolaiv, capoluogo dell'omonima regione. Lo riportano i media locali aggiungendo che l'allarme antiaereo è scattato anche negli oblast di Kharkiv, Donetsk e Kherson.
"C'è un segnale che potrebbe esserci un altro ammutinamento in Russia, una rivoluzione". È quanto ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista ad Abc News, commentando la rivolta del gruppo Wagner. "Inoltre, ci sono molte persone che potrebbero sostenere un simile ammutinamento", ha aggiunto Zelensky. Alla domanda sul perché secondo lui i mercenari della Wagner hanno interrotto la loro marcia verso Mosca, il presidente ucraino ha risposto: "Hanno deciso di fermarsi da soli. Putin non ha forza militare all'interno della Russia e la sua popolazione civile non è protetta".
Il presidente russo Vladimir Putin vorrà negoziati quando le forze armate ucraine raggiungeranno la Crimea. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista ad Abc News. "È perfettamente chiaro che nel momento in cui l'Ucraina raggiunge il confine amministrativo con la Crimea temporaneamente occupata, è molto probabile che Putin sarà costretto a cercare il dialogo con il mondo civile, a differenza di prima dell'invasione su vasta scala, perché sarà indebolito", ha detto Zelensky.
Una forte esplosione è stata registrata vicino alla città di Melitopol, occupata dai russi, nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha scritto su Telegram Ivan Fedorov, il sindaco in esilio di Melitopol. L'esplosione sarebbe avvenuta in un hangar che è stato trasformato in una base militare russa.