I civili ucraini rientrano a Irpin: la città è distrutta, ma si torna a sorridere
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"Il trattato di pace con la Russia dovrebbe prevedere due diversi documenti: uno sulle garanzie di sicurezza per il nostro Paese e l'altro sulle relazioni con Mosca"
18.00 ZELENSKY E I 50 GG SRV © Da video
La distruzione delle forze ucraine che difendono la città di Mariupol "metterà fine a tutti i negoziati con la Russia". Lo ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky, citato dal Kyiv Independent. In precedenza Zelensky aveva detto che erano in corso trattative sulla sorte di Mariupol, ma che i russi chiedono la resa. Mosca, dal canto suo, ha riferito che "l'intera area urbana della città portuale è stata completamente ripulita dai militanti della formazione nazista Azov, dai mercenari stranieri e dalle truppe ucraine".
Il presidente ha inoltre sostenuto che l'Ucraina non si fida ad accettare la richiesta russa, temendo un massacro dei propri soldati se dovessero consegnare le armi.
Facendo riferimento a Borodyanka, una città fuori Kiev che è stata devastata da pesanti bombardamenti, Zelensky ha detto che "Mariupol potrebbe essere come dieci Borodyanka dove ci sono molte persone rimaste sotto le macerie. E più posti come Borodyanka ci sono, più difficile sarà".
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"Situazione a Mariupol molto difficile" - "La situazione è molto difficile a Mariupol, i nostri soldati sono bloccati, i feriti sono bloccati. C'è una crisi umanitaria in corso e nonostante questo i ragazzi si difendono", ha detto ancora il presidente ucraino, sottolineando che le forze russe cercano di avanzare per conquistare la prima grande città dall'inizio dell'invasione.
L'accordo di pace deve prevedere due documenti - "Il trattato di pace con la Russia dovrebbe prevedere due diversi documenti: uno sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina, l'altro sulle sue relazioni con la Federazione Russa", ja detto ancora Zelensky, sottolineando che la Russia vorrebbe invece un unico documento. Ma - ha aggiunto - "abbiamo visto cosa è successo a Bucha, le circostanze stanno cambiando". Il presidente ucraino ha quindi sottolineato che alcuni Paesi come Gran Bretagna, Usa, Italia e Turchia "si stanno dimostrando disponibili a fare da garanti, ma nessuno ha ancora dato una risposta definitiva".