Sul tavolo anche la nomina a presidente della Commissione di Jean Claude Juncker, ma sul resto delle nomine è braccio di ferro e potrebbero slittare
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Si apre a Ypres, in Belgio, luogo simbolo della Grande Guerra, un vertice europeo importante per arrivare a un'intesa su un programma per i prossimi anni centrato sulla crescita, e nominare il nuovo presidente della Commissione. Renzi incassa la disponibilità di Angela Merkel a misure per l'occupazione. Braccio di ferro sulle nomine, che potrebbero slittare.
La cancelliera Angela Merkel ha teso una mano a Renzi, ma i leader europei cercano ancora una sintesi tra socialisti e popolari sull'interpretazione da dare alla flessibilità, già contenuta nelle regole del Patto di stabilità e crescita. Tuttavia, quasi tutti sono pronti a sostenere la designazione di Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione Ue, anche se temono qualche colpo basso di David Cameron, rimasto praticamente da solo a opporsi all'ex premier lussemburghese. E sul fronte nomine si preparano, una volta "sdoganato" Juncker, a convocare un vertice straordinario per decidere anche su "Mr Pesc" e sul prossimo presidente del Consiglio Europeo.
E' questo, in sintesi, lo scenario con il quale si apre questo vertice, pesante per la designazione del successore di Barroso ma soprattutto per la definizione del programma di lavoro della prossima Commissione europea, la cosiddetta "Agenda strategica". Nell'ambito della quale i leader si confronteranno sul concetto di flessibilità con l'obiettivo di uscire dalla logica di politiche basate solo su rigore e austerità per passare ad azioni in grado di rilanciare la crescita e l'occupazione. Le parole di apertura di Angela Merkel sono state accolte con favore rispetto alle rigidità di qualche mese fa, ma che non sono bastate a rassicurare del tutto il fronte socialista, con Italia e Francia in testa. Tanto che il governo di Matteo Renzi, a quanto si è appreso, continua a puntare su un'ulteriore modifica del testo dell'Agenda che approderà sul tavolo dei leader con l'obiettivo di specificare meglio che cosa si intende per flessibilità.
L'incognita è rappresentata da David Cameron e dalla posizione della Gran Bretagna. "La Gran Bretagna non sta negoziando e quindi non sappiamo cosa chiederà - osservano fonti diplomatiche -. Ma certo non ci aspettiamo che getti la spugna senza prima mostrare i muscoli". Tra le ipotesi che circolano c'è anche quella del ricorso, da parte di Londra, al cosiddetto "compromesso del Lussemburgo", ovvero la possibilità di porre un veto altrimenti impossibile perché sono in gioco interessi nazionali molto importanti. In base all'agenda ufficiale del summit, di nomine si dovrebbe comunque parlare solo venerdì, e non a caso come ultimo argomento.
Ci si aspetta che venga formalizzata la candidatura di Juncker alla successione di Barroso, candidatura che sarà poi sottoposta al voto del Parlamento Ue il 16 luglio prossimo. Probabilmente, come chiesto dall'Italia, si definirà anche il resto del pacchetto nomine che comprende Mr Pesc, cioe' l'Alto rappresentante Ue per la sicurezza e la politica estera, il presidente del Consiglio Europeo e un presidente full time per l'Eurogruppo. Ma per la formalizzazione di queste scelte - per le quali circolano con sempre maggiore insistenza i nomi di Federica Mogherini, Helle Thorning-Schmidt e Pierre Moscovici - occorrerà forse la convocazione di un vertice straordinario subito dopo l'elezione di Juncker da parte dell'Europarlamento.