L'accordo nella notte dopo un tesissimo vertice del Consiglio europeo, durante il quale il premier Renzi ha strigliato i colleghi contrari all'obbligatorietà della ripartizione. Che comunque, nel testo finale, non c'è
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Dopo una notte di trattative e dopo la sfuriata del premier Matteo Renzi con i colleghi contrari alla ripartizione obbligatoria dei profughi nei Paesi europei, il Consiglio europeo ha raggiunto un'intesa sulla redistribuzione dei 40mila richiedenti asilo da Italia e Grecia. Entro luglio i Paesi Ue dovranno concordare il numero di migranti da accogliere per ciascuno, anche se dal testo sono spariti i riferimenti sia all'obbligo sia alla volontarietà.
Il consiglio informale dei ministri dell'Interno europei affronterà nuovamente la questione il 9 e 10 luglio a Lussemburgo. Oltre ai migranti approdati in Italia e Grecia, inoltre, l'Europa accoglierà (ma in questo caso solo su base volontaria) altre 20mila persone che ora sono nei campi profughi di altri Paesi. Mentre è stato deciso di escludere dal meccanismo Ungheria e Bulgaria, che ricevono già molti immigrati dai Paesi dell'Est e dalla Turchia.
Renzi si è detto abbastanza soddisfatto dell'accordo, che ha definito "un primo passo perché la politica dell'immigrazione sia europea". Soprattutto grazie alla sparizione dell'espressione "su base volontaria" che alcuni Paesi avrebbero voluto inserire nel testo. Per il premier è un segnale del fatto che i partner europei si sono resa conto che "non si tratta solo di un problema dell'Italia o della Grecia ma di tutta l'Europa: questo mi sembra un fatto positivo sapendo che c'è ancora moltissimo da fare".
Proprio sull'obbligatorietà si erano accesi i toni durante il dibattito, e Renzi aveva attaccato duramente i colleghi contrari: "Se non siete d'accordo sui 40mila non siete degni di chiamarvi Europa. Se questa è la vostra idea di Europa, tenetevela. O c'è solidarietà, o non fateci perdere tempo. Non accettiamo nessuna concessione: o fate un gesto anche simbolico oppure non preoccupatevi: l'Italia può permettersi di fare da sola. E' l'Europa che non può permetterselo".