Se gli altri Paesi decidono di chiudere le frontiere bloccando, di fatto, la rotta balcanica, il rischio concreto è che l'Italia si trovi ad affrontare un flusso enorme di profughi. Ipotesi di hotspot anche al Brennero
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"Prorogare da 6 mesi fino a 2 anni i controlli alle frontiere interne così come previsto da Schengen". E' quanto richiesto alla Commissione europea dalla maggioranza dei ministri dell'Interno Ue. A favore Germania, Austria, Danimarca, Svezia, Francia e Slovenia. Ma se gli altri Paesi chiudono le frontiere bloccando la rotta balcanica, l'Italia si troverà ad affrontare un flusso enorme di profughi: si ipotizzano altri 400mila sbarchi.
La condizione principale affinché questa proroga fino a due anni sia possibile è che la Commissione abbia prima constatato, in uno o più Stati membri e con un rapporto di valutazione specifico, "gravi carenze nello svolgimento dei controlli alle frontiere esterne" che determinino, anche in questo caso, "una minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza" in seno allo spazio Schengen.
Grecia sotto accusa - Ma a caratterizzare il vertice è stato lo scontro acceso fra diversi Paesi Ue - Austria in testa - e la Grecia, accusata di non gestire in modo adeguato il flusso dei migranti che arrivano a migliaia oggi giorno sulle sue isole dalla Turchia. "Se non possiamo proteggere il confine esterno Ue, la frontiera fra Grecia e Turchia, allora il confine esterno di Schengen dovrà spostarsi verso l'Europa centrale", ha detto la ministra dell'Interno dell'Austria, Johanna Mikl-Leitner, rilanciando l'idea di una "mini Schengen".
Ipotesi di hotspot anche al Brennero - Per la realizzazione "degli hotspot stiamo valutando anche l'area del nord-est perché dobbiamo tenerci pronti ad un'ipotesi di flusso dalla frontiera nord-est a seguito della rotta balcanica", ha spiegato il ministro dell'Interno Angelino Alfano.
Alfano: "Non possiamo mettere il filo spinato in mare" - "A chi chiede di innalzare muri dico: vi rendete conto che non possiamo mettere il filo spinato nel Mediterraneo e nell'Adriatico? Vogliamo rivedere Dublino, una foto ingiallita di un Continente che non esiste più", ha sottolineato il ministro dell'Interno.
Danimarca approva norma su prelievo a migranti - Intanto il parlamento danese ha approvato a schiacciante maggioranza la controversa riforma del diritto d'asilo. La norma prevede la confisca di denaro ed effetti personali di valore, oltre 1.300 euro "per contribuire alle spese di mantenimento e alloggio". Il testo presentato dal governo di minoranza del primo ministro liberale Lars Lokke Rasmussen, votato da tutte le formazioni politica della destra, ha ricevuto 81 voti su 109, in virtù del sostegno dei socialdemocratici, principale partito dell'opposizione. Ventisette deputati hanno votato contro, uno solo si è astenuto.
L'Onu: "Trattate rifugiati con rispetto" - "Le persone che hanno sofferto per scappare dalla guerre e messo le loro vite a rischio attraversando il Mediterraneo o camminando per migliaia di chilometri devono essere trattate con compassione, rispetto e secondo tutte le norme stabilite nella convenzione sui rifugiati": così il portavoce dell'Onu, Stephane Dujarric, ha commentato le nuove controverse norme approvate dal Parlamento danese.