"limita libertà d'espressione"

Uganda, tassa su Facebook e Whatsapp per ripagare il debito e fermare i gossip

Il Parlamento l'ha approvata definitivamente, ma la sua applicazione incontrerà parecchi ostacoli: molte Sim non sono registrate e solo due terzi di chi possiede un cellulare usa internet

01 Giu 2018 - 07:14
 © ansa

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Una tassa di 0,05 euro al giorno per usare Facebook, Whatsapp e Twitter. Servirà a pagare il debito dello Stato e mettere un freno ai gossip. Ha un intento economico ed educativo al tempo stesso, la legge che il Parlamento dell'Uganda ha approvato il 31 maggio. Resta però la questione di come individuare chi frequenta i social, visto che buona parte delle Sim non vengono registrate al momento dell'acquisto. Il provvedimento, poi, ha ricevuto critiche perché limiterebbe la libertà d’espressione.

La legge Oltre ai 5 centesimi al giorno, però, il nuovo provvedimento sulle imposte contiene anche altre tasse, come l'1% sul totale delle transazioni monetarie fatte via mobile. Il presidente Yoweri Museveni è convinto dell'utilità della norma, tanto da averla appoggiata esplicitamente già da Marzo 2015.

Le critiche Secondo Museveni, i social network incoraggerebbero i pettegolezzi. Durante le elezioni presidenziali del 2016, aveva addirittura fatto oscurare tutte le piattaforme per "mettere una fine alla diffusione di menzogne", ricorda la Bbc. Così, se da un lato il ministro delle Finanze David Bahati dichiara in Parlamento che la tassa serve a ripagare il debito, dall'altro lato c'è già chi la vede come una limitazione alla libertà personale. Il predecessore di Bahati, Matia Kasaija, teme anche che la nuova legge finisca per rendere più difficile l'accesso a internet, soprattutto alle fasce più povere della popolazione: "Stiamo cercando fondi proprio per estendere la rete elettrica e per fare in modo che sempre più persone possano connettersi alla Rete".

Le schede telefoniche I gestori dei maggiori provider di internet, intanto, dubitano su quanto si possa rendere davvero effettiva una tassa di questo genere. Innanzitutto, il Governo sta ancora combattendo una lotta per la corretta registrazione delle schede telefoniche al momento dell'acquisto. Inoltre, fra i 23,6 milioni di persone che hanno un cellulare, solo 17 usano internet, secondo quanto riporta Reuters. Non sarà quindi facile individuare chi dovrà pagare.

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