Nel 2022 la percentuale delle reporter uccise nel mondo è raddoppiata. Oltre il 70% è vittima di odio online, di cyberbullismo e diffamazione
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La violenza online, la diffamazione, la disinformazione, il cyberbullismo e i discorsi d'odio si fanno sempre più strada nel mondo del web e si indirizzano per la maggior parte nei confronti delle giornaliste. Un sondaggio realizzato dall'Unesco in 125 Paesi ha rilevato che il 73% delle donne interpellate ha sofferto di questo tipo di violenza.
Di questi risultati si è parlato al 25esimo congresso mondiale dell'Associazione delle donne giornaliste e scrittrici (AMMPE World) a Punta Arenas, nel Cile antartico, con 144 professioniste provenienti dai cinque continenti. Nell'analisi è stato preso in esame un campione di 900 persone attive nel settore del giornalismo in ogni angolo del globo.
In generale l'attività giornalistica è esposta a importanti rischi che negli ultimi anni sono aumentati. Per le donne è doppiamente più dura, infatti tra il 2021 e il 2022 la percentuale di giornaliste uccise è passata dal 6% all'11%.
La violenza online ha effetti diretti sulla vita delle reporter: il 26% ha riportato conseguenze sulla salute mentale. Il 30% del campione esaminato ha invece optato per un'autocensura. Sergio Pinto, consigliere dell'ufficio regionale dell'Unesco per l'America Latina e il Caraibi, ha chiarito che "la violenza di genere rimane una delle minacce più gravi ai diritti umani e alla libertà d'espressione". Stando alle parole del rappresentante "l'Unesco sostiene un appello urgente per un'azione collettiva in vista di sradicare questa piaga".