Il governo di Viktor Orban punta il dito contro il miliardario statunitense George Soros, che ha versato fondi per promuovere i valori dell'accoglienza nell'Europa orientale
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Pene severe per le Ong che forniscono assistenza ai migranti e sanzioni anche per gli aiuti umanitari: è quanto prevede il pacchetto di leggi presentato al Parlamento ungherese dal governo di Viktor Orban. Il piano anti-immigrazione è stato battezzato "Stop Soros!" in forma di protesta contro il miliardario statunitense George Soros, che ha versato fondi per promuovere i valori dell'accoglienza nell'Europa orientale.
Il miliardario filantropo americano-ungherese George Soros è accusato pretestuosamente da Orban di voler favorire, in Ungheria, l'immigrazione musulmana di massa. Fra le misure annunciate nel pacchetto c'è anche un'imposta del 25% sui finanziamenti ricevuti dall'estero dalle ong e altre sanzioni fra cui il veto che colpisce quelle ritenute "agenti stranieri". Si tratta di temi che fanno parte della campagna elettorale del Fidesz, il partito di Orban che, dichiarando "nemico pubblico" il miliardario, ha puntato a infiammare l'opinione pubblica ungherese contro i migranti e contro Soros, in vista delle elezioni del 4 aprile.
Già il 7 marzo del 2017 il parlamento ungherese aveva dato il via libera a un progetto di legge che prevedeva la detenzione per i tutti i richiedenti asilo. Secondo il testo, durante le procedure di richiesta del visto i migranti saranno portati in campi container al confine con la Serbia. Pochi giorni dopo il governo Orban avrebbe attaccato l'Italia, rea di aver "ricattato l'Ungheria con una pressione politica anche sugli altri Paesi dell'Europa centro-orientale" in riferimento alla ricollocazione dei profughi.
Mattarella: "Rimpatri sono un problema di tutta l'Ue" - Sul tema dei ricollocamenti si è espresso anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affermando che "sbaglia chi pensa che il problema dell'immigrazione riguardi solo i Paesi mediterranei, presto riguarderà tutta l'Unione europea". Il Capo dello Stato ha poi ricordato che presto l'Africa avrà tre volte la popolazione dell'Europa e servono quindi canali legali per le entrate. Tutte cose che, ha aggiunto, "nessun Paese può gestire da solo".