Erano stati messi in vendita alcuni giorni fa a Monaco di Baviera. L'imprenditore non ha avuto dubbi: "Non volevo finissero in mani sbagliate"
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Una controversa asta di cimeli appartenuti ad Adolf Hitler, tenutasi nei giorni scorsi a Monaco di Baviera, ha avuto uno sviluppo imprevisto. L'acquirente, un uomo d'affari libanese residente in Svizzera, Abdallah Shatila, si è aggiudicato la collezione all'incanto, annunciando subito dopo di aver consegnato tutto gratuitamente all'istituzione ebraica Keren ha-Yesod. Shatila voleva impedire a tutti i costi che quegli oggetti finissero "in mani sbagliate".
La vendita degli oggetti personali del dittatore nazista, fra cui un cappello a cilindro e una edizione di lusso del suo manifesto politico "Mein Kampf", aveva subito scatenato indignazione e polemiche in Germania e all'estero. "I crimini dei nazisti vengono banalizzati - aveva denunciato il commissario del governo incaricato dell'antisemitismo, Felix Klein - spiegando che "le reliquie naziste potessero diventare oggetti di culto".
Abdallah Shatila ha detto di aver agito "spinto da un senso di umanità". La sua iniziativa ha commosso il rabbino Menachem Margolin, presidente della associazione dei rabbini europei, che nei giorni scorsi aveva lanciato un appello in extremis per impedire lo svolgimento dell'asta. "Il suo è stato un gesto nobile e commovente. Il nostro apprezzamento verso di lui - ha concluso - non conosce limiti".