I risultati delle ultime elezioni americane confermano il fenomeno dell'inattendibilità delle previsioni. E Matteo Renzi... spera
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Hillary Clinton nuovo presidente degli Stati Uniti e la Gran Bretagna fa ancora parte dell'Unione Europea. Sono questi gli ultimi due grossi sbagli dei sondaggisti. Fino a poche ore prima la vittoria della democratica era una formalità: secondo l'autorevole New York Times, che ha poi ufficialmente chiesto scusa ai suoi lettori, doveva vincere lei al 70-90%, ossia con relativa certezza.
Anche in Italia, alle Politiche del 2006, il centrosinistra agli exit poll era avanti del 5% rispetto al centrodestra, distacco che si è trasformato in 0,1% dopo il voto, alla fine di un testa a testa formidabile. Nel 2013, il Movimento 5 Stelle fu sottostimato dai sondaggisti: essi garantivano che la creatura di Grillo non avrebbe superato il 15% ma in realtà raggiunse il 28%.
Renzi scherza sui sondaggi del referendum: "Spero siano sbagliati" - "Sono elezioni profondamente diverse quelle presidenziali e il referendum. E soprattutto sono Paesi diversi: le elezioni Usa, la Brexit... Qualcuno dice che in tutti i casi c'è un voto anti-establishment e di cambiamento. E' ancora presto per un'analisi del voto ma se devo dirla tutta con franchezza è che se c'è un elemento positivo dalla campagna referendaria è che in questo 2016 i sondaggi non ne azzeccano una e spero che questo trend sia confermato". Lo ha detto il premier Matteo Renzi nella diretta Facebook #Matteorisponde, in relazione alle attuali previsioni che danno più probabile la vittoria del "no" al referendum di dicembre.