Il caso di Kevin Strickland

Usa, afroamericano scagionato da tre omicidi dopo 43 anni di carcere

E' uno dei casi di errata condanna più clamorosi della storia americana. Ora il desiderio di Kevin Strickland, oggi 62enne, è di vedere la tomba della madre e l'Oceano

23 Nov 2021 - 22:38
 © -afp

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L'afroamericano Kevin Strickland, condannato all'ergastolo per l'uccisione di tre uomini bianchi, è stato scagionato da un giudice dopo aver trascorso 43 anni in carcere. Ora il desiderio dell'uomo, 62enne, è di andare sulla tomba della madre e sull'Oceano, che non ha mai visto di persona. L'ennesimo caso di malagiustizia, venato forse da pregiudizi razzisti, è l'esempio più lungo di errata condanna nel Missouri e di uno dei più lunghi nella storia degli Stati Uniti.

L'assenza di prove e la confessione del killer - Strickland fu condannato nel 1978 per l'omicidio di Sherrie Black, 22 anni, Larry Ingram (21) e John Walker (20). Il tutto nonostante l'assenza di una prova fisica che lo legasse alla scena del crimine, l'alibi fornito da più famigliari e l'ammissione dei killer che lui non partecipò al triplice delitto.

La falsa testimonianza - Il caso fu costruito basandosi sulla testimonianza di Cynthia Douglas, l'unica sopravvissuta e testimone dell'aggressione, che però subì le pressioni degli investigatori e poi tentò inutilmente di ritrattare le sue dichiarazioni.

Le motivazioni della scarcerazione - "In base a queste circostanze uniche, la fiducia della Corte nella condanna di Strickland è così minata che non può reggere, quindi la sentenza deve essere cancellata", ha scritto il giudice James Welsh, decretando l'immediata scarcerazione del detenuto. Una decisione criticata dai repubblicani del Missouri, a partire dal governatore.

La vicenda - Tutto cominciò il 25 aprile 1978, quando il 21enne Vincent Bell - un vicino da cui suo padre gli aveva detto di restare lontano - Kim Adkins (19), Terry Abbott (21) e un sedicenne si fermarono fuori dell'abitazione di Strickland, che dopo una breve chiacchierata preferì restare a casa con la figlioletta nata da poco. Il gruppo poi organizzò una spedizione punitiva in un bungalow per vendicare una perdita al gioco con dadi truccati, legando e uccidendo tre giovani che si trovavano all'interno. Douglas, che era la fidanzata di una delle vittime, restò ferita e finse di essere morta. Poi riuscì a liberarsi e a cercare aiuto. Quindi la polizia piombò a casa di Strickland e lo portò in caserma per un riconoscimento insieme ad altri afroamericani. Uno degli investigatori fece pressioni sulla giovane perché indicasse lui e così fu processato e condannato.

A nulla valsero gli alibi e l'ammissione di Bell e di Abbott che il loro amico non era presente nel luogo del massacro. La prima volta che Douglas avvicinò il procuratore dopo la testimonianza di Bell che scagionava Strickland, fu allontanata e minacciata di venir incriminata di spergiuro. Un episodio simile accadde anche negli anni '90.

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