In queste condizioni per un'ora

Usa, arrestato e trascinato con una corda da poliziotti a cavallo: chiesto risarcimento da un milione di dollari

L'afroamericano - che secondo la sorella sarebbe psicologicamente instabile - era stato fermato nell'agosto scorso in una città del Texas per una violazione di domicilio: inutili le scuse immediate del capo del dipartimento

12 Ott 2020 - 18:34
Uomo arrestato e trascinato da un cavallo

Uomo arrestato e trascinato da un cavallo

Ammanettato, legato a un cavallo e costretto a camminare per un'ora per le strade della città. Non siamo nell'America schiavista di due o tre secoli fa, ma ad agosto 2019, a Galveston, una città del Texas. Protagonista della disavventura Donald Neely, un uomo di colore di 43 anni, arrestato per una violazione di domicilio e scortato da due ranger a cavallo. Un anno dopo la vittima chiede un milione di dollari al dipartimento di polizia come risarcimento. 

Il video e le scuse - Le immagini dell'arresto erano state pubblicate sulla pagina Facebook del dipartimento di polizia locale, scatenando l'indignazione e la protesta generale. Un autogol clamoroso e forse ancora peggiore dell'episodio, tanto da costringere il capo della polizia a scusarsi pubblicamente e a pubblicare il video integrale registrato dalla body camera di uno dei due agenti. 

Petizione milionaria - Nel filmato i due poliziotti scherzano e ridono mentre Neely cammina con passo incerto vicino a uno degli animali. A distanza di un anno le accuse a carico dell'uomo di colore - che secondo la sorella soffrirebbe di problemi psichici - sono cadute, ma il risentimento e l'umiliazione per il modo barbaro in cui è stato trattenuto resta. Tanto da presentare una petizione in cui si chiede un risarcimento da un milione di dollari al tribunale distrettuale della contea di Galveston. 

Umiliazione e paura - "Neely è stato trascinato come uno schiavo, ha subìto delle abrasioni causate dalle manette, ha patito il caldo e ha sofferto di imbarazzo, umiliazione e paura mentre era scortato per le strade della città", si legge nella petizione. Subito dopo i fatti il capo della polizia di Galveston, Vernon L. Hale III, si era scusato "a metà", ammettendo la "scarsa capacità di giudizio" dei suoi agenti ma difendendoli da qualsiasi accusa: "I miei agenti non avevano alcun intento dannoso al momento dell'arresto".

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