Biden dà l'ok: "Decisione sofferta". Mosca: "La mossa della disperazione". Crosetto: "L'Italia ha aderito alla Convenzione che vieta l'uso delle munizioni a grappolo, ma la Russia le utilizza da sempre"
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"È stata una decisione molto difficile ma necessaria, l'Ucraina è a corto di munizioni e ne ha bisogno": il presidente Usa, Joe Biden, rompe gli indugi e autorizza l'invio delle controverse munizioni a grappolo a Kiev, ignorando l'imbarazzo già manifestato giorni fa da alcuni alleati (Germania e Francia), gli appelli degli attivisti per i diritti civili, la contrarietà dell'Onu, il malumore di molti dem e la minaccia russa che, con l'ambasciatore russo all'Onu, Vasily Nebenzya, ha parlato di "pericolosa escalation". Zelensky ha promesso che non le userà in territorio russo, Mosca ha parlato anche di un segno di "debolezza e disperazione", ma a far rumore è la spaccatura nel fronte occidentale.
Il primo ministro inglese, Rishi Sunak, ha detto che la Gran Bretagna "scoraggia l'utilizzo delle bombe a grappolo"; il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, pur ricordando che "Mosca le usa da sempre, anche in Ucraina", ha evidenziato che "l'Italia ha aderito alla Convenzione sulle munizioni a grappolo, che ne vieta l'uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio. Ero sottosegretario alla Difesa, nel 2011, quando la ratificammo" (posizione poi ribadita anche dal premier Giorgia Meloni); decisamente contraria Madrid: "La Spagna è contraria all'invio di bombe a grappolo all'Ucraina, deciso dagli Stati Uniti per fornire un ulteriore contributo alla controffensiva di Kiev".
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha subito ringraziato Biden su Twitter: "Un tempestivo, ampio e più che necessario pacchetto di aiuti alla difesa dagli Stati Uniti. Siamo grati al popolo americano e al presidente Joseph Biden per i passi decisivi che avvicinano l'Ucraina alla vittoria sul nemico e la democrazia alla vittoria sulla dittatura. L'espansione delle capacità di difesa dell'Ucraina fornirà nuovi strumenti per la liberazione della nostra terra e per avvicinare la pace". La decisione del commander in chief - legata ad un nuovo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari che include anche veicoli corazzati Bradley e Stryker, proiettili per obici, per i Patriot e per i sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (Himars) - è motivata dalla carenza di munizioni tradizionali occidentali e dai timori sul ritmo della controffensiva ucraina, che procede più lentamente della attese, come ha confermato anche il Pentagono.
Ma le "cluster munition" restano oggetto di polemiche, anche se gli Usa - come la Russia e l'Ucraina - non sono tra i 123 Paesi firmatari della convenzione che le vieta per la loro pericolosità: queste munizioni infatti rilasciano sotto-munizioni più piccole che possono rimanere inesplose a lungo e mettere quindi in pericolo i civili, soprattutto i bambini, che spesso scambiano i pericolosi cilindri colorati per giocattoli. La convenzione fu firmata a Oslo nel 2008 per mettere al bando qualsiasi produzione e uso di munizioni a grappolo. A dare slancio alla campagna fu la guerra in Libano del 2006, dove l'Onu stimò che sino al 40% di questo tipo di ordigni sganciati da Israele erano rimasti inesplosi.
Gli alleati di Washington hanno reagito con prudenza, senza criticare apertamente la decisione Usa. Parigi e Berlino hanno spiegato che non seguiranno la mossa di Biden citando la convenzione che hanno sottoscritto. "La Germania ha firmato la convenzione, per noi non è un'opzione", ha commentato il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha osservato che l'Alleanza "non ha una posizione sulle munizioni a grappolo: molti alleati hanno firmato la convenzione che le vieta, altri no. Sono i singoli alleati a decidere che armi inviare: la Russia usa le munizioni a grappolo per invadere l'Ucraina, Kiev per difendersi", ha precisato.
Gli attivisti per i diritti umani sono stati più espliciti e organizzazioni come Human Rights Watch hanno esortato gli Usa ad astenersi dall'inviarle e la Russia e l'Ucraina a "smettere immediatamente" di usarle. Biden ha dovuto comunque aggirare una legge statunitense che proibisce la produzione, l'uso o il trasferimento di munizioni a grappolo con un tasso di fallimento superiore all'1%. Un portavoce del Pentagono, il generale Patrick Ryder, ha assicurato che gli Stati Uniti "selezioneranno attentamente" le munizioni a grappolo per l'Ucraina in modo che abbiano un tasso di errore del 2,35% o inferiore, riferendosi alla percentuale di sotto-munizioni trasportate da ogni proiettile che possono restare inesplose. E il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, pur riconoscendo i rischi per i civili di questo genere di bombe, ha ricordato che i russi le usano per attaccare mentre gli ucraini le impiegheranno per difendersi e hanno dato garanzie scritte che minimizzeranno i pericoli per i civili. Per superare l'impasse della controffensiva ucraina, la Casa Bianca ha preso in considerazione anche l'approvazione del sistema missilistico tattico a lungo raggio Atacms, che ha una gittata di circa 300 km, sufficiente per colpire obiettivi russi molto dietro le linee del fronte, anche in Crimea da dove partono gli attacchi con droni di fabbricazione iraniana. La Ue intanto accelera verso l'approvazione di un accordo da 500 milioni di euro per rafforzare la produzione di munizioni e missili per l'Ucraina.
L'Ucraina si impegna a utilizzare le munizioni a grappolo a 5 condizioni, tra cui il principio che non possono essere utilizzate nelle città e sul territorio russo. Lo scrive su Twitter il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov. "Abbiamo principi chiave di cui sono stati informati per iscritto i partner. L'Ucraina utilizzerà queste munizioni solo per liberare i suoi territori, non saranno utilizzate sul territorio russo ufficialmente riconosciuto ma solo nelle aree in cui si concentrano le forze armate russe, per sfondare le linee di difesa nemiche".
La decisione di Washington di fornire all'Ucraina bombe a grappolo è un "atto di disperazione" che mostra "debolezza". Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri russo. "È un atto di disperazione e mostra debolezza sullo sfondo del fallimento della tanto sbandierata controffensiva ucraina", ha detto la portavoce del ministero Maria Zakharova in un comunicato.
La Gran Bretagna è firmataria della Convenzione di Oslo che proibisce la produzione o l'uso di munizioni a grappolo e ne scoraggia l'uso, ha detto il primo ministro britannico Rishi Sunak dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler fornire tali munizioni all'Ucraina. "Continueremo a fare la nostra parte per sostenere Kiev contro l'invasione illegali e non provocata della Russia", ha poi precisato Sunak ai giornalisti.
"Il mio pensiero? L'Italia ha aderito alla Convenzione sulle Munizioni a grappolo, che ne vieta l'uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio. Ero Sottosegretario alla Difesa, nel 2011, quando la ratificammo. PS. I Russi le usano da sempre. Anche in Ucraina. Dall'inizio". E' quanto ha scritto oggi su Twitter il ministro della Difesa Guido Crosetto a proposito delle bombe a grappolo che gli Stati Uniti forniranno all'Ucraina.
La Spagna è contraria all'invio di bombe a grappolo all'Ucraina, deciso dagli Stati Uniti per fornire un ulteriore contributo alla controffensiva di Kiev. E' quanto ha precisato oggi la ministra della Difesa di Madrid, Margarita Robles. "La Spagna, sulla base del fermo impegno che ha con l'Ucraina, ha anche un fermo impegno a non consegnare determinate armi e bombe in nessuna circostanza", ha detto la ministra ai giornalisti durante una manifestazione a Madrid in vista delle elezioni nazionali del 23 luglio. "No alle bombe a grappolo e sì alla legittima difesa dell'Ucraina, che comprendiamo non dovrebbe essere effettuata con bombe a grappolo", ha insistito. Robles ha affermato che la decisione di inviare bombe a grappolo è stata presa dal governo degli Stati Uniti, non dalla Nato, di cui la Spagna è membro. Russia, Ucraina e Stati Uniti non hanno firmato la Convenzione sulle munizioni a grappolo, che vieta la produzione, lo stoccaggio, l'uso e il trasferimento delle armi. Questo tipo di munizioni è vietato invece in più di 100 paesi, inclusa la Spagna.