Il graphic novel incriminato è "The Adventures of Ook and Gluk". L'autore Dav Pilkey si è scusato dicendo che "contiene stereotipi razziali dannosi" ed è "nocivo per i lettori asiatici"
© Ansa
Uno dei libri illustrati della serie "Capitan Mutanda" è stato ritirato dal commercio per decisione della casa editrice Scholastic perché "perpetua il razzismo passivo". Il graphic novel incriminato è "The Adventures of Ook and Gluk", del 2010. L'autore Dav Pilkey si è scusato dicendo che "contiene stereotipi razziali dannosi e non intenzionali" ed è "nocivo per i lettori asiatici". La scelta arriva mentre negli Stati Uniti è in corso un'ondata di violenza nei confronti degli asioamericani.
Il libro - Il libro racconta di una coppia di amici che viaggiano nel tempo, fino al 2222, anno in cui incontrano un istruttore di arti marziali che insegna loro il Kung Fu.
La denuncia di un padre - L'annuncio del ritiro dal commercio è stato fatto dopo che Billy Kim, un padre coreano-americano di due figli, ha lanciato una petizione su Change.org chiedendo che Scholastic si scusasse per gli stereotipi contenuti nel libro. Dopo la decisione della casa editrice, Kim si è detto contento ma - ha aggiunto - "il danno è stato fatto. Ogni bambino che ha letto il libro è stato condizionato. E' questo tipo di razzismo passivo che ha contribuito all'odio e al pregiudizio vissuti quotidianamente dagli americani asiatici".
Scholastic ha detto di aver rimosso il libro dal sito web. Ha inoltre interrotto gli ordini e chiesto la restituzione di tutti i volumi. "Prenderemo provvedimenti per informare le scuole e le biblioteche che potrebbero avere ancora averlo", ha affermato l'editore in una nota.
Pilkey, in una dichiarazione su YouTube, ha invece affermato di aver pianificato di donare il suo anticipo e tutte le royalty derivanti dalle vendite del libro a gruppi dedicati a fermare la violenza contro gli asiatici e a promuovere la diversità nei libri per bambini e nell'editoria. "Spero che voi, miei lettori, mi perdonerete e imparerete dal mio errore. Anche gli stereotipi passivi e non intenzionali sono dannosi per tutti - ha scritto -. Mi scuso e mi impegno a fare di meglio".