Intanto casi sono stati registrati in Messico mentre in Brasile si prepara una sala operativa per monitorare la situazione
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I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (Cdc) stanno indagando su 180 casi di epatite infantile acuta di origine sconosciuta, ben 71 casi in più rispetto all'ultimo aggiornamento fornito dai Cdc il mese scorso. L'agenzia ha precisato che molti dei casi non sono recenti, ma sono emersi da una revisione di informazioni che risalgono sino a ottobre dello scorso anno. Sulla causa delle epatiti, che sono state diagnosticate negli ultimi mesi in diversi Paesi del mondo, l'agenzia ipotizza per ora una infezione da adenovirus.
Ma la situazione non desta allarme solo negli Stati Uniti. Il ministero della Salute del Messico ha rilevato lunedì un primo caso sospetto di epatite acuta infantile in un minore nella capitale dello stato di Culiacan, che si trova in isolamento all'ospedale pediatrico di Sinaloa e in cura medica. Si tratta di un paziente di quindici anni ricoverato nel fine settimana con sintomi di contagio.
In Brasile invece il ministero della Salute ha installato una sala operativa per monitorare le segnalazioni della malattia di origine sconosciuta. Secondo l'ultimo aggiornamento effettuato dal dipartimento di Sorveglianza del dicastero, in Brasile sono stati segnalati finora 44 presunti casi. La sala operativa creata dal governo federale conterà sulla partecipazione anche di tecnici dell'Organizzazione panamericana della sanità. Oltre al monitoraggio, la struttura standardizzerà le informazioni e guiderà i flussi di notifica e di indagine dei casi per tutte le aziende sanitarie statali e comunali, nonché per i laboratori centrali e di sanità pubblica di riferimento.
L'epatite di origine sconosciuta ha colpito bambini in almeno 20 Paesi. La malattia colpisce principalmente i bambini di età compresa tra un mese e i 16 anni e si manifesta in una forma molto grave senza alcuna relazione diretta con i virus noti della malattia. In circa il 10% è stato
necessario il trapianto di fegato. Finora è stato segnalato che un bambino è morto. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), segnala oltre 200 casi nel mondo di cui 163 in Gran Bretagna e altri in Spagna, Israele, Stati Uniti, Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Italia, Norvegia, Francia, Romania, Belgio, Brasile e Argentina.