L'accusa: non aver fatto nulla per proteggere i dati delle persone iscritte. Intanto, chi ha svelato lo scandalo apre nuovi inquietanti scenari
Altri guai all'orizzonte per Mark Zuckerberg e Facebook. La contea di Cook, quella che comprende la città di Chicago, in Illinois, ha infatti fatto causa al re dei social network e a Cambridge Analytica. Nel documento si sostiene che le due aziende hanno violato le leggi, usando senza consenso milioni di dati di utenti: la colpa di Facebook è quella di non aver fatto nulla per proteggere i dati delle persone iscritte al social.
"Facebook non è un social network, è la più grande azienda di data mining esistente", si legge nell'atto depositato in tribunale, come scrive il Chicago Tribune. Si tratta della prima causa contro Facebook da parte di una istituzione americana, da quando è scoppiato lo scandalo Cambridge Analytica. La società di consulenza ha usato i dati di oltre 50 milioni di utenti Facebook americani per fare pubblicità mirate con l'intento di aiutare Donald Trump a vincere le elezioni presidenziali Usa del 2016.
Intanto, la "gola profonda" Chris Wylie, una delle fonti che ha svelato il presunto scandalo, mostra di temere per la sua sicurezza. Lo ha lasciato intendere durante un'audizione di fronte alla Commissione parlamentare britannica per la cultura e il digitale, raccontando della morte, a suo dire sospetta, avvenuta qualche tempo fa in Kenya di Dan Muresan, suo predecessore alla Cambridge Analytica. Per il resto Wylie ha confermato l'accusa a CA di aver influenzato il processo democratico in varie elezioni, a partire da quelle che hanno portato Donald Trump alla presidenza Usa. Il ceo ad interim, Alex Tayler, ha replicato a stretto giro negando ancora una volta ogni azione illegale e sostenendo che Wylie avrebbe avuto solo un ruolo secondario di collaboratore nell'azienda, durato meno d'un anno e concluso col suo allontanamento per alcune scorrettezze.