Da Einstein a schizofrenico

Usa, donatore di sperma mentì su quoziente intellettivo: denunciato

Un 39enne della Georgia che ha generato almeno 36 figli aveva dichiarato il falso assimilandosi a Einstein. In realtà soffrirebbe di diversi disturbi psichici

04 Set 2016 - 11:44

Donatore di sperma 39enne, smascherato, confessa di aver mentito alla banca dati del seme e si autodenuncia alla polizia, dopo aver generato almeno 36 figli. Così, dieci famiglie coinvolte in questo presunto scandalo, intendono fargli causa: attraverso indagini personali, dal momento che la polizia non ha fatto trapelare nulla, hanno scoperto che l'uomo, James Chris Aggeles di Athens, in Georgia (Usa), avrebbe dichiarato un quoziente intellettivo pari a 160, proprio come Albert Einstein. In realtà, soffrirebbe di disturbi psichici: è bufera.

Le famiglie (cinque statunitensi, quattro del Canada e una britannica) intendono portare alla sbarra il bugiardo donatore e l'agenzia alla quale si erano rivolte per avere un figlio, la banca del seme Xytex, ad Augusta, in Georgia. Qui, in tempi non sospetti, avevano ricevute false informazioni sull'anonimo donatore, che non aveva detto la verità nella compilazione dei documenti.

Aggeles, infatti, aveva dichiarato di essere sano, senza storia di malattia mentale in famiglia, di avere conseguito due master dopo la laurea e che stava lavorando su un dottorato di ricerca in ingegneria neuroscienze. Inoltre sosteneva di essere un genio con un quoziente intellettivo come Einstein.

In realtà oggi si è scoperto che l'uomo, che avrebbe generato almeno 36 figli, non ha neanche finito il college e che soffrirebbe di disturbo bipolare, narcisistico di personalità e schizofrenia. Aggeles, come donatore, aveva chiesto l'anonimato, ma il suo profilo era stato violato nel 2014. Da qui il polverone che piano piano si è alzato intorno alla sua figura con la scoperta della verità. Alla polizia che lo ha rintracciato e interrogato, raccogliendo la sua confessione, avrebbe ammesso di soffrire di disordine schizoaffettivo.

Dal canto suo, attraverso i suoi legali, Xytex "nega che non siano stati rispettati i suoi alti standard di test nella selezione dei donatori". Spetterà a un Tribunale intervenire.

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