L’anti-virale Daraprim combatte la toxoplasmosi ed è prezioso per i malati di Aids. Il manager , su Twitter cita Eminem, attacca i media e promette di investire in ricerca. Si muove Hillary Clinton
“Sembra che i media abbiano puntato subito il dito contro di me. E io punto il mio contro loro, ma non il pollice e nemmeno il mignolo”. Lo cantava Eminem in “The Way I Am”. Lo twitta oggi Martin Shkreli a chi lo critica ferocemente in tv, sui social e sulla carta stampata. Di origini albanesi, il giovane imprenditore americano ha comprato ad agosto negli Stati Uniti il brevetto dell'anti-virale Daraprim, alzando il prezzo da 13,5 dollari a pillola a 750. Nessun errore, nessun fraintendimento: in un giorno il farmaco è aumentato del 5500%
Apriti - giustamente - cielo: in un sistema sanitario come quello americano dove il servizio pubblico è ai minimi termini, come può essere sostenibile una cura a 750 dollari a pillola? Chi ha la forza di scherzarci sopra può pensare di accendere un mutuo, chi è malato sul serio non l'ha presa per niente bene.
Secondo Judith Aberg - direttore del reparto infettivo del Mount Sinai Hospital di New York - non solo non c'è giustificazione all'aumento del prezzo, ma "il rischio è che i medici inizino a curare i malati con farmaci meno efficaci, ma meno costosi".
Il Daraprim serve principalmente per curare infezioni come la toxoplasmosi (particolarmente pericolose durante la gravidanza) ma allo stesso tempo è prezioso per chi ha il sistema immunitario depresso, come i malati di Aids o certi malati di cancro.
Shkreli, ex manager di hedge fund, ad agosto ha diversificato la sua attività, aprendo la start up Turing Pharmaceuticals che, come biglietto da visita, ha comprato il Daraprim. “Non capisco tutte queste critiche - ha detto il giovane in tv - non speculiamo sulla malattia, cerchiamo di fare business. E i proventi serviranno per incentivare la ricerca contro l'Aids”. Il gatto che si morde la coda: quanti potranno permettersi un aumento simile? E se crolleranno le vendite come si finanzia la lotta all'Aids?” Davanti alle telecamere di Bloomberg, l'imprenditore ha ammesso che produrre una sola pillola costa pochi dollari ma “vanno aggiunti i costi di distribuzione e le ricerche”.
In attesa di capire se la Food and Drug Administration possa intervenire, i titoli del comparto biotech zoppicano in Borsa e si muove la politica con Hillary Clinton in testa perché quello del Daraprim pare non essere un caso isolato nel mercato farmaceutico Usa, Secondo il New York Times "Big Pharma" non si ferma davanti a niente: la cicloserina (comprata di recente dalla Rodelis Therapeutics) è passata da 500 dollari per 30 pillole a 10.800. Isuprel e Nitopress (servono per le malattie cardiache) sono stati acquistati da Valeant Pharmaceuticals e il loro prezzo è salito rispettivamente dal 525% e del 212%. Secondo i dati di due membri del Congresso, la doxiciclina è arrivata a 1849 dollari a confezione quando, nell'ottobre 2013, ne bastavano 20 per comprarla.
Mentre il mondo fuori s'indigna e scalpita, Shkreli combatte la sua battaglia personale a colpi di tweet e retweet. Sul suo profilo social rilancia i commenti a lui favorevoli, infilandoci qualche foto e qualche sua intervista tv. Con un occhio al conto corrente online.