Continua la battaglia del senatore repubblicano, attraverso un libro di memorie e un documentario, per "salvare" l'America dal tycoon
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John McCain non intende abbandonare la sua battaglia per salvare l'America da Donald Trump neanche di fronte alla sua malattia, un tumore al cervello, che lo ha ridotto in fin di vita. Da tempo nemesi del presidente americano, McCain ha affidato a un libro di memorie e a un documentario il suo testamento politico e guarda avanti: dal suo funerale, i cui preparativi sono già in corso, Trump è escluso.
Al suo posto è preferito il "politico di professione", il vice presidente Mike Pence. Ma soprattutto sono invitati l'ex presidente George W. Bush e l'ex avversario Barack Obama.
Un segnale chiaro di come McCain vede la sua America da patriota come è sempre stato. Ex prigioniero di guerra in Vietnam, per cinque anni torturato dai vietcong in una famigerata prigione di Hanoi, il senatore repubblicano chiede all'ex vice presidente Joe Biden, suo amico e avversario, di non abbandonare la politica. "E' in una situazione di salute molto precaria e preoccupato per lo stato del Paese, per come la nostra reputazione a livello internazionale è danneggiata" ha spiegato Biden, volato in Arizona al ranch di McCain per un faccia a faccia.
L'ultimo sgarro a Trump, il voto contro l'abolizione dell'Obamacare - McCain non ha mai taciuto sui suoi timori sulla direzione del Paese sotto Trump, con il quale si è più volte scontrato pubblicamente fino allo showdown sull'Obamacare, non revocata dai repubblicani per il suo no decisivo. In quel luglio dello scorso anno McCain, figlio e nipote di ammiragli a quattro stelle, si uniì alle colleghe repubblicane Susan Collins e Lisa Murkowski e a 48 democratici votando no: Trump colpito e affondato.
E' stato uno degli ultimi atti per l'81enne senatore colpito dallo stesso male che ha ucciso in pochi mesi l'amico e rivale di partito Ted Kennedy, e che forse non riuscirà a vedere la fine della battaglia ancora lunga sulla sanità americana.