A spingere l'ex sindaco di New York a considerare seriamente la sua discesa in campo è il parterre dei democratici: Biden è considerato "debole", mentre Sanders e la Warren rischiano di perdere con Trump
Michael Bloomberg, l'ex sindaco di New York, è pronto a scendere in campo e candidarsi alle elezioni presidenziali del 2020. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali Bloomberg dovrebbe presentare le carte nei prossimi giorni. L'ex primo cittadino della Grande Mela riterrebbe il candidato Joe Biden "debole", mentre Bernie Sanders ed Elizabeth Warren non possono, a suo avviso, vincere.
Il 77enne miliardario ha presentato la sua candidatura alle primarie dem per la Casa Bianca in Alabama, nel giorno della scadenza dei termini. Il magnate non ha ancora annunciato di voler correre, dopo una prima rinuncia la scorsa primavera, ma in questo modo si lascia aperta la porta per farlo.
Alcuni stretti collaboratori di Bloomberg riferiscono al New York Post che l'ex sindaco è convinto che Donald Trump sarà rieletto se la Warren sarà la candidata democratica a sfidarlo.
Una discesa in campo di Bloomberg sarebbe un terremoto per la corsa dei democratici alla Casa Bianca, già segnata pesantemente dalle indagini per un possibile impeachment del presidente americano. Bloomberg a differenza degli altri dem in corsa non ha bisogno di raccogliere fondi: la sua fortuna gli consente di decidere anche all'ultimo momento se candidarsi senza doversi preoccupare di come finanziare la campagna.
A pagare il prezzo maggiore di un'eventuale candidatura di Bloomberg sarebbe l'ex vicepresidente, il più moderato in corsa. Ma sarebbero tutti i candidati a risentirne, anche Warren: l'ex sindaco di New York è sicuramente visto più di buon occhio da Wall Street, dalla Silicon Valley e anche da molti elettori democratici contrari a una svolta eccessivamente a sinistra del partito.
Bloomberg, afferma il suo consigliere Howard Wolfson, vede Trump come una "minaccia senza precedenti per il Paese" come dimostrano le sue donazioni alle elezioni di meta' mandato. "Mike è sempre più preoccupato sul fatto che gli attuali candidati non sono ben posizionati" per battere Trump, aggiunge Wolfson. E proprio la platea di candidati non convincenti ha spinto Bloomberg a ripensare alla candidatura, dopo che in marzo aveva annunciato di non voler scendere in campo.