Negli ultimi giorni le sue condizioni si erano notevolmente aggravate
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L'ex first lady americana Barbara Bush è morta all'età di 92 anni. La notizia è stata data dal portavoce della famiglia. Nei giorni scorsi le sue condizioni di salute, minate da una malattia ai polmoni e da problemi cardiaci, erano notevolmente peggiorate e la moglie di George Bush senior aveva deciso di rinunciare a ulteriori cure mediche.
Nelle ultime ore, ha raccontato il figlio Neil, i parenti si sono alternati al suo capezzale a leggere brani delle sue memorie. L'ex first lady è stata lucida fino all'ultimo e avrebbe avuto perfino la forza di parlare al telefono e persino di bere un bicchiere di bourbon.
Il matrimonio tra Barbara e George W.H. Bush è durato 73 anni. Fu alla Casa Bianca, accanto al marito, nel quadriennio tra il 1989 e il 1993, poi dal 2001 al 2009 madre di presidente. George W. Bush, il primogenito, non era però quello da lei destinato alla Casa Bianca: Barbara puntava su Jeb, il terzo dei sei figli ed ex governatore della Florida, che nel 2016 si è fatto clamorosamente battere dai rivali repubblicani.
In questo ruolo di matriarca in una delle dinastie politiche più potenti d'America, Barbara Bush ha fatto la storia. "Silver fox", volpe d'argento, come l'avevano soprannominata i figli a causa della lingua tagliente e dei capelli prematuramente bianchi dopo la morte della secondogenita Robin di leucemia, aveva presentato sempre nei quattro anni alla Casa Bianca (e anche dopo) un'immagine burbera ma sorridente: moglie devota, madre esigente, nonna rassicurante. Quando il marito era presidente, Mrs. Bush fu contestata aspramente dalle studentesse di Wellesley, l'università femminile da lei frequentata: si era detta contenta di aver lasciato gli studi per seguire, nell'ombra, la carriera del consorte.
Fu un paradosso, dunque, quando a sfrattarla dalla Casa Bianca fu la ricetta di biscotti di Hillary Clinton, donna in carriera che disprezzava quelle che, come la rivale, erano rimaste a casa a "infornare pasticcini e offrire il tè". Barbara Bush, come il marito, era una Wasp: figlia di un editore e rappresentante di quella classe dominante bianca e protestante che per secoli ha governato l'America. Essere moglie di un industriale del petrolio prima e poi di un uomo politico importante (Bush fu anche deputato, ambasciatore all'Onu e in Cina, direttore della Cia e per otto anni vicepresidente di Ronald Reagan) non aveva impedito a questa donna caustica e brillante di dire spesso la sua. George padre, detto "Poppy", era un repubblicano moderato e lei ne aveva difeso le posizioni sull'Equal Rights Amendment, la legge sulla parità dei sessi, per poi esprimersi privatamente a favore del diritto all'aborto.
Negli anni di Washington, Barbara Bush aveva però scelto il voto del silenzio su argomenti potenzialmente controversi, facendo parlare per lei la cagnetta Millie in un libro diventato bestseller a fini di beneficenza, e proiettando sull'opinione pubblica un'immagine di servizio umanitario sostanzialmente apolitico. Aveva teorizzato un messaggio tutto Casa Bianca, chiesa e famiglia: "Una first lady ha diritto di scelta, se vuole può anche decidere di lavorare, a patto che usi il cervello per capire se la sua carriera è in conflitto con quella del marito".