La proposta è passata con 51 voti a favore e 49 contrari. Ora Camera e Senato devono trovare un accordo su un testo condiviso
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato la riforma fiscale voluta dal presidente Donald Trump. La proposta è passata con 51 voti a favore e 49 contrari. Presto inizieranno i colloqui tra il Senato e la Camera, che ha già approvato una "propria" legge fiscale. Le due Camere devono creare un unico disegno di legge da inviare a Trump. La riforma prevede un taglio delle tasse di circa 1.400 miliardi di dollari, il maggiore della storia americana.
Biggest Tax Bill and Tax Cuts in history just passed in the Senate. Now these great Republicans will be going for final passage. Thank you to House and Senate Republicans for your hard work and commitment!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 2 dicembre 2017
"Ora i repubblicani lavoreranno per il via libera definitivo. Grazie ai repubblicani della Camera e del Senato per il loro lavoro e il loro impegno", ha scritto il tycoon su Twitter.
La versione approvata al Senato e quella approvata alla Camera, nota il Wall Street Journal, si sovrappongono in molti aspetti e i parlamentari della maggioranza ostentano ottimismo sul risultato finale. "I testi non sono molti diversi", ha sottolineato il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, aggiungendo che quello approvato dai senatori è stato modificato per andare incontro a quello approvato alla Camera.
Trump vorrebbe concludere l'iter prima della fine dell'anno, permettendo a lui e ai suoi repubblicani di raggiungere il loro primo importante risultato legislativo nel 2017. Una revisione fiscale è infatti vista dai repubblicani come cruciale per le loro prospettive nelle campagne elettorali a medio termine del novembre 2018, quando dovranno difendere la loro maggioranza al Congresso.
Democratici: "Regalo per i più ricchi" - Nessun democratico ha votato per il disegno di legge, ma non hanno avuto i voti per bloccarlo perché i repubblicani detengono una maggioranza del Senato del 52-48. I democratici sostengono che si tratta di una riforma che di fatto rappresenta un inaccettabile regalo alle grandi aziende e ai contribuenti più ricchi.