Per la terza volta nel 2018 gli Stati Uniti devono bloccare gli uffici amministrativi per mancanza di fondi
Scatta lo shutdown negli Stati Uniti, cioè lo "spegnimento" di diverse attività amministrative nazionali a causa dello stallo al Senato per il via libera al finanziamento del muro col Messico. Circa 800mila dipendenti federali dovranno interrompere il loro lavoro e non saranno pagati. Trump si augura un blocco breve e con un video su Twitter spiega il motivo per il quale il muro col Messico è necessario.
"La crisi in termini di attività illegale" al confine con il Messico, ha spiegato il presidente sul social network, "è reale e non si fermerà fino a quando non costruiremo una grande barriera di metallo o il muro. Facciamo iniziare i lavori". Trump ha quindi sottolineato di aver vinto le elezioni con una campagna per mettere fine a "costose guerre all'estero e su confini forti in grado di mantenere il nostro paese al sicuro. Combattiamo per i confini di altri paesi ma non vogliamo combattere per il nostro confine".
La chiusura - parziale, la terza del 2018 - riguarda circa un quarto delle agenzie federali, compresi la Sicurezza nazionale, Trasporti, Agricoltura, Giustizia e Parchi nazionali. Centinaia di migliaia di impiegati restano perciò a casa. I parlamentari hanno trascorso tutta la giornata di venerdì a negoziare con gli emissari della Casa Bianca. Ma, poiché tra le parti è stato impossibile trovare un accordo, il Senato si è aggiornato al 27 dicembre (sebbene per il 24 sia convocata una seduta pro forma). Fino ad allora, comunque, le trattative proseguiranno.
La Casa Bianca, però, non è intenzionata a cedere: dopo aver annunciato il ritiro dei militari Usa dalla Siria e il loro dimezzamento in Afghanistan, chiede uno stanziamento di almeno 5 miliardi per il muro, uno dei cavalli di battaglia dell'Amministrazione Trump. Ma sembra difficile che il provvedimento possa passare: al Senato, infatti, richiederebbe il voto favorevole di almeno nove senatori democratici.