Il divieto sugli ingressi nel Paese non riguarderà chi ha la green card o è titolare di un visto. Il provvedimento sarà in vigore dal 16 marzo. I democratici all'attacco: "Decreto anti-americano"
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato una nuova versione del cosiddetto "Travel ban". Il nuovo divieto sugli ingressi negli Usa da alcuni Paesi a maggioranza musulmana entrerà in vigore il 16 marzo e, rispetto alla versione originaria, non riguarderà chi arriva dall'Iraq. Il "Travel ban" non riguarderà inoltre chi è in possesso di una green card o è titolare di un visto.
L'esclusione dell'Iraq - ha spiegato Kellyanne Conway, una delle più strette collaboratrici di Trump - è motivata "dai controlli rafforzati che questo Paese ha messo in atto nelle ultime settimane". La decisione sarebbe stata presa su pressione del dipartimento di Stato e del Pentagono per motivi politici, visto che Baghdad è tecnicamente un alleato.
La sospensione per 120 giorni si applica a tutti i rifugiati, senza sottoporre solo quelli siriani a un divieto a tempo indeterminato; è stato poi fissato a 50mila il numero massimo di rifugiati da accogliere annualmente. I Paesi sottoposti al divieto sono Iran, Siria, Sudan, Yemen, Somalia e Libia, gli stessi (oltre all'Iraq) del primo provvedimento. Dopo le bocciature in tribunale, Trump ha preferito evitare di rivolgersi alla Corte Suprema, scegliendo di riscrivere l'ordine esecutivo.
I democratici contro il bando: "E' anti-americano" - Il nuovo bando è stato illustrato da tre ministri, il segretario di stato Rex Tillerson, l'attorney general Jeff Sessions e il segerario alla homeland security John Kelly, ma nessuno di loro ha risposto alle domande dei giornalisti. Immediate, invece, le critiche dei democratici. Si tratta di un decreto "anti-americano", ha detto il leader dem in Senato, Chuck Schumer.