AD ORLANDO

Usa, Trump: "Potrei decidere di candidarmi di nuovo nel 2024"

L'annuncio dell'ex inquilino della Casa Bianca durante l'annuale Conferenza dei conservatori americani

01 Mar 2021 - 00:13
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"Potrei decidere di correre di nuovo per la presidenza nel 2024". Così Donald Trump ha scatenato l'entusiasmo della platea presente all'annuale Conferenza dei conservatori americani. La convention di Orlando, appena il tycoon è salito sul palco, si è rapidamente trasformata in un Trump show, uno degli spettacoli a cui l'ex presidente ha abituato per anni gli americani, grazie a una presenza travolgente e a un tifo da stadio.

"Il primo mese di Joe Biden è stato un disastro" Quello di Orlando è uno spettacolo ben studiato, stavolta per marcare il ritorno sulla scena pubblica, la prima volta da quando ha lasciato la Casa Bianca. E il messaggio preparato con accuratezza nelle lunghe giornate a Mar-a-Lago è chiaro: "Joe Biden è un disastro, il suo primo mese è stato terribile. E potrei ricandidarmi. Il nostro viaggio è lungi dall'essere terminato". E poi ancora: "Nessun nuovo partito! E' solo una fake news, vogliono solo dividerci".

"Elezioni truccate, hanno cambiato l'esito del voto" I vertici del partito repubblicano sono avvertiti. Così come sono avvertiti i democratici. "Ho vinto io", è il mantra di Trump, lungi dall'abbandonare la tesi delle elezioni rubate e dal rinnegare le sue parole prima dell'assalto al Congresso del 6 gennaio. "Queste elezioni sono state truccate, hanno cambiato l'esito del voto. E' una vergogna. Gli abusi del 2020 non devono accadere mai più, non dobbiamo più permetterlo", ha attaccato.

La Conferenza dei conservatori La gran parte della platea del Cpac ha già salutato con diverse ovazioni in questi giorni le tesi complottiste, come quella secondo cui tra i rivoltosi del 6 gennaio scorso c'erano anche antifascisti e attivisti del movimento Black Lives Matter. Quasi ignorate intanto le precauzioni anti-Covid, con fischi e buu rivolti ad Anthony Fauci e la parola 'freedom' scandita in sala ogni qual volta dagli altoparlanti arrivava l'invito ad indossare le mascherine.

Quando il tycoon sale sul palco (il cui design ricorda a molti una runa usata da divisioni delle SS naziste) appare rilassato, abbronzato, persino un po' dimagrito, sicuramente emozionato dalla standing ovation che lo accoglie. I suoi pasdaran nei giorni precedenti hanno scaldato i motori, preparato il terreno per il rientro. E i repubblicani appaiono ancora una volta ai suoi piedi.

Secondo un ultimo sondaggio, il 59% lo vuole ancora leader e il 54% afferma che lo voterebbe comunque se si candidasse nel 2024. Tutto confermato dal tradizionale 'straw poll', il sondaggio informale che chiude la kermesse, col 55% dei presenti che lo vorrebbe candidato, e un tasso di gradimento al 97%. Distaccato l'astro nascente del partito, il suo alleato Ron De Santis, governatore della Florida. Tutti i probabili candidati alle primarie repubblicane sanno che se lui scenderà in campo non ce ne sarà per nessuno.

Trump e le elezioni di metà mandato Abbandonata l'idea di creare un terzo partito (almeno per il momento) Trump si concentra dunque nel cementare i repubblicani attorno alla sua figura, indicando intanto un obiettivo più ravvicinato rispetto alle presidenziali: le elezioni di metà mandato nel 2022, in cui i repubblicani possono riconquistare la maggioranza al Senato rendendo Biden una 'lame duck', un'anatra zoppa. "Combatteremo contro l'assalto del socialismo ai nostri valori", afferma Trump, già da tempo al lavoro per lanciare la sua New America First Agenda, quella che dovrà essere la piattaforma dei repubblicani che vorranno il suo appoggio: "Con Biden siete passati dall'America First all'America Last".

Ma The Donald ne ha per tutti, pronto a sparare non solo su Biden, i democratici, i 'traditori' repubblicani che hanno votato per il suo impeachment e la sua condanna in Congresso, ma anche sui media "nemici del popolo" e sui social che lo hanno prima ostacolato e poi bandito dalle loro piattaforme. Da oggi, chi dava Trump per spacciato dovrà per forza ricredersi.

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