Clima ancora teso tra il presidente Duda e Netanyahu dopo l'approvazione della legge che che vuole punire chi associa Auschwitz alla Polonia
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"I polacchi e la nazione polacca non hanno avuto nulla a che vedere con l'Olocausto". Il giorno dopo lo scontro con Israele, è il presidente Andrej Duda a ribadire la posizione di Varsavia, alla fine di una giornata segnata da imbarazzo e preoccupazione per lo stato di rapporti diplomatici con Tel Aviv. Ma anche dalla speranza di poter accantonare gli equivoci provocati dalla legge polacca che prevede il carcere fino a tre anni per chi attribuisse ai polacchi la responsabilità dell'Olocausto. Le posizioni però sembrano ancora distanti. "Questa legge è molto frustrante per noi, che crediamo che la storia non possa essere cambiata", ha ribadito il ministro israeliano Tzachi Hanegbi a Roma, "la legge non passi perché non vogliamo vedere la Polonia riscrivere retroattivamente la storia".
Il presidente Duda ha affrontato per la prima volta l'argomento in un discorso pubblico a Zory, nel sud della Polonia. Condannando l'antisemitismo, Duda non ha nascosto però che anche fra i polacchi vi erano persone disoneste che "vendevano i propri vicini ebrei". Secondo il capo dello Stato si trattava però di casi di vigliaccheria, "e non di azioni organizzate", perciò la responsabilità non ricade su tutto il popolo. Opinione espressa a Roma anche dal vice ministro degli esteri polacco, Marek Magierowski, intervenuto alla Farnesina, in una conferenza sull'antisemitismo.
"La nazione polacca non è stata responsabile dell'Olocausto, lo sono stati gli invasori tedeschi" ha affermato chiedendo anche di non dimenticare mai la sofferenza di tutti quei polacchi che rischiarono la pena di morte per aver aiutato gli ebrei. Intervistato stasera dal canale Tvp info, Duda ha espresso anche grande sorpresa di fronte alla forte reazione da parte d'Israele alla nuova legge. Della stessa opinione il suo capo di gabinetto, il ministro Krzysztof Szczerski, che ha incontrato stasera l'ambasciatrice d'Israele in Polonia Anna Azari. "Un colloquio sincero e difficile" ha detto Szczerski, che ha parlato con lei anche delle "condizioni per normalizzare il dibattito".
Più caute invece le reazioni del premier polacco Mateusz Morawiecki, che già ieri sera ha sentito per telefono l'omologo israeliano Benyamin Netanyahu e gli ha chiesto di aprire un dialogo sul tema. Dopo la riunione con alcuni rappresentanti del governo di oggi a Varsavia, Morawiecki ha annunciato la fondazione, entro la fine di questa settimana, di un gruppo di esperti che "continueranno il dialogo storico con Israele". Da Mosca, dove ha incontrato il presidente Vladimir Putin, Netanyahu ha ribadito che una delle lezioni della Shoah è che "bisogna opporsi alle ideologie omicide in tempo e con forza".