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La 40enne sudafricana prima alla Golden Globe Race, dopo aver trascorso 7 mesi da sola in mare senza scali e strumentazioni elettroniche, passando il Capo di Buona Speranza in Sudafrica, Capo Leeuwin a sud dell'Australia e il temuto Capo Horn in Sudamerica
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Senza scali e senza l'aiuto di strumentazioni elettroniche. La 40enne velista sudafricana Kirsten Neuschaefer è diventata la prima donna nella storia della vela a vincere una regata intorno al mondo in solitario. A bordo della sua Minehaha, una barca d'epoca comprata usata negli Stati Uniti e restaurata durante il lockdown da Covid, Kirsten ha tagliato la linea di arrivo della Golden Globe Race nelle acque al largo di Les Sables-d'Olonne, nel nord della Francia. Neuschaefer ha trascorso 235 giorni, più di sette mesi consecutivi, in mare da sola, passando i tre famosi capi dei navigatori degli oceani del sud: il Capo di Buona Speranza in Sudafrica, Capo Leeuwin a sud dell'Australia e il temuto Capo Horn in Sudamerica. Alla premiazione, la dedica a Nelson Mandela.
"Volevo vincere, non come donna, non volevo essere in una categoria a parte - le prime parole di Kirsten Neuschaefer dopo il successo -. Ho voluto competere a parità di condizioni con tutti i 15 skipper alla partenza".
Poi, una dedica speciale: "Avrei tanto voluto conoscere Nelson Mandela. Il mio amato Sudafrica di oggi esiste grazie al suo sacrificio".
La Golden Globe Race è considerata la "madre" di tutte le competizioni veliche transoceaniche in barca a vela, in solitario e senza scali. L'edizione di quest'anno imponeva restrizioni per riprodurre l'avventura della prima edizione del 1968/69: le barche dovevano essere state varate prima del 1988, avere una lunghezza tra i 36 e i 38 piedi (9,8-11 metri) e la chiglia fissa. Nessuna strumentazione elettronica era permessa a bordo. Nessuno scalo autorizzato: la Neuschafer non sapeva di essere in testa fino a quando è arrivata.
Delle 15 barche che sono partite due sono affondate e solo altre due porteranno a termine la regata rispettando tutte le regole: quella dell'indiano Abhilash Tomy e quella dell'austriaco Michael Guggenberger.
Il giro del mondo di Neuschafer ha avuto momenti difficili, non solo per le tempeste o le calme equatoriali che ha dovuto affrontare: in novembre la velista aveva cambiato rotta per prestare soccorso al concorrente finlandese Tapio Lehtinen, la cui barca è affondata al largo del Sudafrica. La sudafricana lo ha salvato dal naufragio e lo ha preso a bordo di Minnehaha, per poi consegnarlo a una nave di passaggio. "Ho fatto tutto il possibile per raggiungerlo in tempo, ho timonato una notte intera. È stato difficile individuarlo sulla scialuppa di salvataggio. Lo ho preso a bordo, ci siamo bevuti un bicchiere di rum e poi è arrivata una nave a portarlo a terra", ha raccontato.
Le ore impiegate nel salvataggio di Tapio le sono state abbonate e il suo giro del mondo è durato un tempo ufficiale di 233 giorni, 20 ore, 43 minuti e 47 secondi.
La navigatrice è nata a Port Elisabeth e ha iniziato la sua carriera nautica nel 2006 lavorando su diverse barche in Antartide e nell'Artico e portandone una in solitario dal Sudafrica al Nord America. Prima aveva percorso da sola 15.000 chilometri in bicicletta dal Marocco al Sudafrica.
Il presidente della Federazione Vela del Sudafrica, Michael Robinson, ha dichiarato che "tutto il Paese, non solo la comunità della vela, è estremamente fiero di Kirsten. Ha dato un esempio eccezionale a uomini e donne di come il duro lavoro e una ferrea determinazione porta al successo".
Quella entrata ulteriormente nella storia grazie a Neuschafer è solo la terza edizione della Golden Globe, regata vinta per la prima volta nel 1969 dall'inglese Robin Knox-Johnston battendo il francese Bernard Moitessier, in testa per quasi tutto il giro, che aveva fatto dietro front per andare a Tahiti piuttosto che tornare alla civiltà. La precedente edizione si era disputata nel 2018.