paese nel caos

In Venezuela arresto lampo per Maria Corina Machado, la leader dell'opposizione

Il suo staff: "Durante la detenzione costretta a registrare video". Il governo: "Machado non è stata arrestata"

09 Gen 2025 - 23:49
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La leader dell'opposizione venezuelana Maria Corina Machado, uscita dalla clandestinità per partecipare alle manifestazioni anti-Maduro, è stata arrestata al termine di un corteo a Caracas. Dopo poche ore è stata però rilasciata. Secondo il suo staff, "durante il periodo del suo rapimento Machado è stata costretta a registrare diversi video". Il governo: "Machado non è stata arrestata". Immediata la reazione del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ne aveva chiesto "la liberazione immediata". "Non possiamo più tollerare le azioni repressive e illegittime del regime di Maduro che ha perso le elezioni", ha affermato Tajani, esprimendo vicinanza "a tutti i cittadini che combattono per la libertà e la democrazia in Venezuela".

Secondo il direttivo politico del suo partito Vente Venezuela, Machado è stata intercettata da agenti armati del chavismo che hanno sparato contro la sua delegazione. 

A pochi metri da un presidio di polizia pesantemente armata e blindata, e vicino a civili chavisti armati, Machado ha preso la parola per cantare l'inno nazionale venezuelano da un palco improvvisato, rivolgendosi a circa 700 persone. Sarebbe stata arrestata dopo essere caduta dalla moto, dopo che il motociclista con cui viaggiava ha perso il controllo.

La breve detenzione è avvenuta in un contesto di alta tensione alla vigilia dell'insediamento di Maduro per il suo terzo mandato consecutivo, in una cerimonia blindata e dagli esiti incerti. Secondo indiscrezioni, l'opposizione è al lavoro su un piano B: una presidenza parallela all'estero, guidata dal candidato Edmundo González Urrutia, già riconosciuto come presidente eletto da numerosi Paesi della comunità internazionale.

Nel Paese alta è la tensione con mobilitazioni di piazza sia del chavismo al potere, sia dell'opposizione. Quest'ultima ha inondato le strade in forma pacifica, al grido di "Gloria al bravo pueblo", ma nella regione di Maracay e nel Carabobo alcuni manifestanti sono stati colpiti da gas lacrimogeni lanciati dalle forze dell'ordine. Prosegue l'ondata di arresti di attivisti anti-regime e la sparizione forzata di vari giornalisti. Una situazione che ha destato la "profonda preoccupazione" dell'alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, Volker Turk.

Trump: "Machado e Gonzalez siano al sicuro"

  "L'attivista Maria Corina Machado e il presidente-eletto Gonzalez stanno pacificamente esprimendo le loro voci e la volontà del popolo venezuelano. La grande comunità venezuelana negli Stati Uniti sostiene un Venezuela libero e mi sostiene fortemente. Questi combattenti per la libertà non devono essere feriti e devono restare sani e salvi". Lo afferma Donald Trump sul suo social Truth. 

Paese diviso in due

  Il Paese rischia di precipitare definitivamente nel caos, la presidenza è contesa da due pretendenti. Da una parte c'è il capo dello Stato uscente, Nicolas Maduro, proclamato vincitore senza tuttavia aver presentato i verbali elettorali. In carica da undici anni consecutivi e deciso a non mollare la poltrona per almeno altri sei, il delfino di Hugo Chavez si è detto pronto a difendere la posizione "a costo della vita". Dall'altro lato c'è González Urrutia, considerato dall'Occidente il vero vincitore delle presidenziali del 28 luglio 2024, caratterizzate da un'allarmante mancanza di trasparenza da parte delle autorità locali, che hanno alimentato il sospetto di brogli. L'ex ambasciatore, che ha ottenuto asilo dalla Spagna ed è sostenuto dalla leader dell'opposizione Machado, prosegue il suo tour in America Latina (è stato ricevuto anche nella Repubblica Dominicana dal presidente Luis Abinader), dove continua a raccogliere il riconoscimento di vari governi della regione dopo il significativo placet degli Stati Uniti e, da ultimo, anche del Canada.

Ancora non si conoscono le sue prossime mosse, ma non si esclude che possa cercare di giurare presso un'ambasciata venezuelana all'estero per istituire una sorta di "governo provvisorio". Il sostegno internazionale a Urrutia non sembra comunque preoccupare i fedelissimi di Maduro: con un gesto eclatante, il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, ha fatto distribuire volantini con la scritta "ricercato" e le immagini di alcuni ex leader latinoamericani, definiti "criminali" e "invasori" per aver appoggiato l'opposizione democratica venezuelana. 

 

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