Nicolas Maduro inizia il terzo mandato

Venezuela, nessuna notizia del cooperante italiano arrestato | Restrizioni a diplomatici d'Italia e Francia

I familiari di Alberto Trentini hanno lanciato un appello al governo italiano affinché faccia di tutto per riportarlo a casa. Tajani convoca l'incaricato d'affari del Paese sudamericano

15 Gen 2025 - 14:07
 © Ansa

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I familiari di Alberto Trentini, il cooperante italiano originario di Venezia fermato il 15 novembre dall'autorità del Venezuela e di cui non si hanno più notizie, lanciano un appello "al governo italiano" al fine di "porre in essere tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari, aprendo un dialogo costruttivo con le istituzioni venezuelane, per riportare a casa Alberto e garantirne l'incolumità". Intanto il Venezuela ha annunciato di aver ridotto a tre il numero di diplomatici che possono essere accreditati presso le ambasciate francese, italiana e olandese a causa della risposta "ostile" dei loro governi all'insediamento del presidente Nicolas Maduro per il terzo mandato. Il ministero degli Esteri venezuelano ha aggiunto che i diplomatici avrebbero bisogno di "autorizzazione scritta per viaggiare per più di 40 chilometri da Plaza Bolivar" nel centro di Caracas.

Tajani convoca incaricato affari del Venezuela su Trentini

 Dopo l'appello della famiglia, Antonio Tajani ha fatto sapere di aver convocato "l'incaricato d'affari del Venezuela per protestare con forza per la mancanza di informazioni sulla detenzione del cittadino italiano Alberto Trentini e per contestare l'espulsione di 3 nostri diplomatici da Caracas". In un post su Twitter, il ministro degli Esteri ha inoltre sottolineato che "l'Italia continuerà a chiedere al Venezuela di rispettare le leggi internazionali e la volontà democratica del suo popolo". 

La vicenda di Trentini

 In una nota diffusa dalla famiglia e dall'avvocato Alessandra Ballerini, si ricostruisce la vicenda di Trentini che si trovava in Venezuela per una missione con la Ong Humanity e Inclusion per portare aiuti umanitari alle persone con disabilità. "Alberto era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024 e il 15 novembre mentre si recava in missione da Caracas a Guasdalito è stato fermato - si legge - a un posto di blocco, insieme all'autista della Ong. Dalle scarse e informali informazioni ricevute sembrerebbe che pochi giorni dopo il fermo Alberto sia stato trasferito a Caracas e, a oggi, ci risulta "prigioniero" in una struttura di detenzione, senza che gli sia mai stata contestata formalmente nessuna imputazione".

Nel comunicato si afferma che "nessuna notizia ufficiale è mai stata comunicata da nessuna autorità Venezuelana né Italiana e di fatto, da quasi due mesi, nulla sappiamo sulle sorti di Alberto, tenuto anche conto che soffre di problemi di salute e non ha con sé le medicine né alcun genere di prima necessità. Dal suo arresto a oggi, a quanto sappiamo, nessuno è riuscito a vederlo, né a parlargli. Neppure il nostro Ambasciatore è riuscito a comunicare con lui né ad avere sue notizie nonostante plurimi tentativi". Per i familiari "è inaccettabile che cittadini italiani che si trovano a lavorare o visitare altri Paesi con l'unica finalità di contribuire a migliorare le condizioni di vita dei loro abitanti, si trovino privati delle libertà e dei diritti fondamentali senza poter ricevere nessuna tutela effettiva dal nostro Paese. Confidiamo che la Presidente del Consiglio e i Ministri interessati, si adoperino con lo stesso impegno e dedizione recentemente dimostrati a tutela di una nostra connazionale, per riportare presto, incolume, Alberto in Italia", concludono.

La ong conferma la scomparsa di Trentini

 L'ong internazionale Humanity & Inclusion ha confermato che il 15 novembre scorso uno dei suoi cooperanti in Venezuela, il 45enne Alberto Trentini, è stato arrestato nei pressi del confine con la Colombia, nello stato meridionale di Apure. "Da quando abbiamo ricevuto la notizia dell'arresto del nostro operatore umanitario e del conducente che lo accompagnava, ci siamo mobilitati per ottenere la loro liberazione" ma, "per non interferire nei procedimenti in corso, non abbiamo ulteriori commenti da fare in questo momento", si legge in un comunicato dell'ong da Caracas e riportato dai media venezuelani. 

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