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Chiesti anche un rafforzamento degli sforzi per fornire assistenza umanitaria e la garanzia di un'uscita "sicura" dal paese
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Il Consiglio di Sicurezza Onu ha approvato con 13 voti a favore e due astenuti (Russia e Cina) una risoluzione sull'Afghanistan in cui si chiede la protezione dei civili e dell'aeroporto di Kabul. Nel testo non è menzionata la "zona di sicurezza" di cui aveva parlato il presidente francese Macron. Si riafferma invece "l'importanza di sostenere i diritti umani" e si chiede di rafforzare gli sforzi per fornire assistenza umanitaria.
Non ha avuto un seguito, quindi, la proposta di stabilire una "safe zone" all'aeroporto di Kabul per permettere alle persone di partire anche dopo il ritiro Usa. A lanciarla erano stati Francia, Regno Unito e Germania, ma il punto non è stato inserito nel testo votato. Nel documento i leader chiedono che "che i talebani onorino l'impegno a consentire agli afghani di lasciare il Paese e che l'aeroporto di Kabul venga riaperto in sicurezza", ma non potranno richiedere una "safe zone" nello scalo. Il Consiglio di sicurezza, inoltre, prende atto di una "dichiarazione del 27 agosto 2021, in cui i miliziani si impegnano a consentire agli afghani di viaggiare all'estero" e "si aspetta che i talebani aderiscano a questi e a tutti gli altri impegni".
"Afghanistan non diventerà un rifugio per i terroristi" Nel testo si ribadisce l'importanza di rispettare i diritti umani di tutti, "compresi quelli delle donne, dei bambini e delle minoranze". Si chiede di rafforzare gli sforzi per fornire assistenza umanitaria, di consentire un'uscita "sicura" dal paese e di permettere un accesso sicuro e senza ostacoli alle Nazioni Unite. In un punto si evidenzia anche che "'Afghanistan non diventerà mai più un rifugio per i terroristi".
Farnesina: "Garantire un passaggio sicuro agli afghani anche dopo il 31/8" Proprio sull'uscita sicura per gli afghani che vogliono lasciare il paese è intervenuta anche la Farnesina che chiede una "strategia condivisa". In Afghanistan, si legge in una nota del ministero degli Esteri, "prende ora il via una seconda fase, nella quale dovranno essere studiate possibili soluzioni per poter fornire un passaggio sicuro a quegli afghani che vorranno lasciare il Paese anche dopo il 31 agosto". Per questo "occorre adottare una strategia condivisa a livello multilaterale che coinvolga tutti i principali attori internazionali, a partire dai Paesi confinanti".