Usa, afroamericano fermato da agenti muore soffocato: scoppia la protesta
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"Lasciatemi, non riesco a respirare", le ultime parole di un afroamericano trattenuto a terra da un poliziotto a Minneapolis. Una passante ha filmato tutto
"Lasciatemi, non riesco a respirare". Sono state queste le ultime parole di un afroamericano mentre veniva trattenuto a terra da un poliziotto a Minneapolis, in Minnesota. Una passante ha filmato tutto e il video shock della morte in diretta dell'uomo scuote l'opinione pubblica americana. L'agente che ha soffocato l'uomo gli premeva il collo con un ginocchio. I quattro poliziotti coinvolti nella vicenda sono stati licenziati.
Secondo le prime ricostruzioni, alcuni agenti erano stati allertati sulla presenza di un uomo sospetto seduto in un'auto e che sembrava sotto effetto di sostanze stupefacenti. I poliziotti, giunti sul posto, gli hanno intimato di scendere ma l'uomo ha cominciato ad opporre resistenza.
Gli agenti lo hanno poi bloccato a terra e, mentre cercavano di ammanettarlo, uno di loro gli ha tenuto premuto il collo con un ginocchio. "Per favore non riesco a respirare", si sente nel video filmato da una passante.
Le immagini mostrano l'uomo che implora più volte gli agenti, invano. Poi arriva un'ambulanza ma è troppo tardi. Morirà poco dopo in ospedale. La vittima non è stata ancora identificata. Emerge che gli agenti della polizia stavano lavorando a un caso di contraffazione e l'uomo, fermato a bordo della sua auto, corrispondeva alla descrizione del sospetto.
Al capo della polizia di Minneapolis Medaria Arradondo sono state chieste spiegazioni sull'uso del ginocchio da parte dell'agente ai danni della vittima, durante un incontro con i giornalisti. "Abbiamo chiaramente messo in atto pratiche che servono a mettere in custodia una persona - ha affermato Arradondo, aggiungendo che chiarire cos'è successo e come queste pratiche siano state applicate "è parte dell'indagine completa che faremo".
"Quello che ho visto è terribile. Quell'uomo non avrebbe dovuto morire. Essere un nero in America non dovrebbe essere una sentenza di morte", è stata la reazione di rabbia del sindaco di Minneapolis Jacob Frey.
Un episodio questo che ricorda un altro caso simile e tristemente noto, quello del newyorchese Eric Garner nel 2014.
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