la vera storia

Video "Trump Gaza", l'autore svela: "Nato come parodia"

La clip virale condivisa dal presidente Usa era un esperimento satirico di un videomaker per sottolineare i rischi dell'AI nella diffusione di fake news

06 Mar 2025 - 13:07

Il famoso video "Trump Gaza" che ha fatto il giro del mondo mostrava una Gaza trasformata in una sorta di paradiso turistico con statue dorate del presidente americano e bambini palestinesi che giocavano felici sulla spiaggia. Ma dietro a queste immagini virali si nasconde una storia sorprendente che solleva importanti interrogativi sull'uso dell'intelligenza artificiale nella comunicazione politica.

Chi è Solo Avital, il creatore del video virale su Trump e Gaza

  Solo Avital, videomaker israeliano-americano con base a Los Angeles, ha rivelato al "Guardian" di essere l'autore del controverso filmato. Insieme al suo socio Ariel Vromen gestisce EyeMix, una società di produzione visuale specializzata in contenuti digitali. Vromen è noto per aver diretto "The Iceman" (2012), film con star come Michael Shannon, Winona Ryder e Chris Evans.

Il video, realizzato utilizzando Arcana AI, un generatore gratuito di immagini, è stato completato in appena otto ore di lavoro. Avital si è ispirato alle dichiarazioni di Trump riguardo la sua visione per il futuro di Gaza, creando quella che lui stesso definisce una "versione satirica della Riviera del Medio Oriente".

Come un contenuto satirico è diventato propaganda politica

  Inizialmente pubblicato su Instagram da Vromen all'inizio di febbraio, il video è stato rapidamente rimosso dopo poche ore perché, come ha spiegato Avital, temevano "che potesse risultare di cattivo gusto" e non volevano "schierarsi" politicamente.

La svolta inaspettata è arrivata il 26 febbraio, quando Trump ha condiviso il video sulla sua piattaforma Truth Social senza fornire alcuna spiegazione o contesto, facendolo apparire come un contenuto ufficiale della sua campagna o visione politica per Gaza. 

I rischi dell'AI nella comunicazione politica

   Questa vicenda ha un aspetto paradossale: Avital, pur essendo un convinto sostenitore dell'intelligenza artificiale, sottolinea proprio attraverso questa esperienza i potenziali rischi di questa tecnologia. "Noi siamo narratori, non provocatori," ha dichiarato al "Guardian". "Questo è il dualismo della satira: tutto dipende dal contesto in cui la si inserisce per dare il senso alla battuta o alla parodia. Qui non c'era alcun contesto e il video è stato postato senza il nostro consenso o la nostra conoscenza."

Il misterioso percorso del video fino a Trump

   Rimane ancora poco chiaro come il filmato sia arrivato nelle mani dell'ex presidente. Avital racconta di averlo condiviso con alcuni amici e di aver mandato una versione preliminare all'attore Mel Gibson che Trump aveva nominato in gennaio "ambasciatore speciale a Hollywood" e che in passato aveva collaborato con EyeMix e Arcana. Gibson, tuttavia, nega categoricamente di averlo trasmesso alla Casa Bianca.

Le conseguenze mediatiche della decontestualizzazione  Il 27 febbraio Avital si è svegliato trovando migliaia di messaggi da amici che lo informavano della condivisione del video da parte di Trump. "Se fosse stato uno sketch del Saturday Night Live," osserva, "la percezione mediatica sarebbe stata completamente diversa - tutti avrebbero pensato che fosse una presa in giro delle idee folli di questo presidente." Secondo il videomaker questo caso esemplifica perfettamente "il modo in cui si diffondono le fake news, quando ogni fonte d'informazione prende quello che le fa comodo e lo rifila agli spettatori senza contesto".

Un caso di studio sulla disinformazione

  Il video "Trump Gaza", nato come semplice esperimento satirico, è diventato involontariamente un emblema dei pericoli della disinformazione nell'era digitale. La vicenda dimostra come, nell'epoca dell'intelligenza artificiale, la linea tra satira e propaganda politica possa diventare pericolosamente sottile. Come sottolinea Avital, "il contesto è tutto". Eppure, nonostante le chiarificazioni dell'autore, è probabile che questo video resterà nella memoria collettiva non come una parodia, ma come parte della controversa narrativa politica sul conflitto in Medio Oriente.

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