Il passo avanti, sollecitato da più parti, è stato bloccato da uno sbarramento trasversale, capitanato da Francia e Germania. La relatrice Evin Incir parla di "Stati che stanno dalla parte sbagliata della storia"
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I negoziatori del Consiglio e del Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo informale sulla direttiva contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, ma lo stupro non diventa un reato europeo. Il testo parla di "mancanza di consenso" ma non va oltre, scatenando la delusione e la polemica. E una delle relatrici, Evin Incir di S&D, parla di "Stati che stanno dalla parte sbagliata della storia".
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Il passo avanti, sollecitato da più parti, è stato bloccato da uno sbarramento trasversale, capitanato da Francia, Germania, Austria e Paesi Bassi che si sono trincerate dietro ragioni tecniche giuridiche sulle modalità di adozione della proposta, non trattandosi di un "eurocrimine". E sulla stessa linea si sono schierati altri Paesi tradizionalmente conservatori come Polonia, Ungheria, Malta, Cechia, Estonia, Bulgaria e Slovacchia. L'Italia era invece a favore. Come aveva chiesto il ministro della Giustizia Carlo Nordio al Consiglio Ue del giugno 2023 che ha dato il via libera ai negoziati a 27 sulla direttiva.
"E' una giornata triste per le politiche di genere e per i diritti", ha affermato la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, dopo essersi spesa in ogni modo negli ultimi giorni per un cambio di direzione. La direttiva è stata "ridimensionata e indebolita rispetto al testo varato nel 2022 dalla Commissione e poi rafforzata dal Parlamento Europeo. L'impianto complessivo - ha commentato - è deludente. Siamo davanti a un'occasione persa di portata storica". "Spiace - ha aggiunto - che il governo italiano, guidato dalla premier donna Giorgia Meloni, non sia riuscito a esercitare in modo efficace il proprio peso negoziale, come ha spesso vantato di fare su altri dossier".
"Non è la fine", ha affermato la relatrice del Ppe Frances Fitzgerald: "La lotta continua". "Sono molto delusa che alcuni stati abbiano scelto di stare dalla parte sbagliata della storia", ha affermato l'altra relatrice del Pe, Evin Incir (S&D). Anche gli europarlamentari al termine del negoziato hanno espresso tutta la frustrazione ma comunque hanno ottenuto che sia previsto che ogni cinque anni la Commissione riferirà sull'opportunità di rivedere le norme.
E dall'Eurocamera hanno già dichiarato di puntare sulla revisione del testo. L'accordo informale comprende misure per prevenire lo stupro, norme più severe sulla violenza informatica e un migliore sostegno alle vittime. Per la prima volta ci saranno norme a livello europeo sulla criminalizzazione di alcune forme di violenza di genere e un migliore accesso alla giustizia, alla protezione e alla prevenzione.
Gli Stati membri mireranno a sensibilizzare l'opinione pubblica sul fatto che il sesso non consensuale è considerato un reato penale. La nuova normativa comprenderà inoltre un elenco più lungo di circostanze aggravanti per i reati, compresi i crimini contro una figura pubblica, un giornalista o un difensore dei diritti umani, l'intento di punire le vittime per il loro orientamento sessuale, genere, colore della pelle, religione, origine sociale o convinzioni politiche e l'intento di preservare o ripristinare "onore", norme contro le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati, norme specifiche per i reati online, compreso il rilascio di materiale intimo e il cyberflashing, procedure migliorate per la sicurezza e la salute delle vittime, tenendo conto della discriminazione intersettoriale e dell'accesso all'assistenza sanitaria, compresi i servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, e una migliore segnalazione e raccolta di prove da parte delle autorità.