MAGGIORANZA RISIKO

Voto Spagna: "vince" il Pp di Rajoy, ma mancano i numeri per governare

Queste elezioni storiche pongono fine al bipartitismo. Difficoltà per l'ipotesi della nascita di una coalizione allargata. Tutti i possibili scenari

21 Dic 2015 - 13:58
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Finisce in Spagna, dopo 40 anni, la stabilità politica garantita da un sistema bipolare Pp-Psoe. Con l'irruzione in Parlamento di decine di deputati di Podemos e di Ciudadanos, il Paese rischia di entrare in una fase di forti turbolenze politiche dopo le elezioni legislative vinte ma senza maggioranza dal premier popolare uscente Mariano Rajoy. Queste elezioni storiche pongono fine al bipartitismo.

Voto Spagna: "vince" il Pp di Rajoy, ma mancano i numeri per governare

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Il Pp ottiene il 28,7% dei voti e 123 seggi su 350 nel nuovo Congresso di Madrid. Perde 63 deputati e la maggioranza assoluta rispetto alla legislatura uscente. Il Psoe di Pedro Sachez arriva secondo con il 22,01% e 90 deputati. Ne perde 21 ma riesce a evitare l'umiliante sorpasso di Podemos grazie soprattutto alla buona tenuta in Andalusia. Il partito post-indignado di Pablo Iglesias, dopo una spettacolare rimonta negli ultimi giorni di campagna, registra un successo storico e sbarca in parlamento con 69 deputati, vincendo in Catalogna e nel Paese Basco. Quarto con il 13,9% e 40 deputati si piazza l'altro partito anti-casta, il centrista Ciudadanos di Albert Rivera, crollato nelle ultime due settimane.

Rajoy ha affermato in serata che tenterà di formare un "governo stabile", aggiungendo che "inizia una tappa non facile": "Sarà necessario parlare molto e raggiungere accordi".. Anche Sanchez ha riconosciuto che spetta ora al leader Pp tentare di formare il nuovo governo e si e' congratulato con lui

Il quadro delineato dal voto è di una difficile governabilità. Non solo nessun partito ottiene la maggioranza assoluta. Ma anche le coalizioni 'coerenti' fra i partiti della 'vecchia' politica e quelli del 'nuovo', fra Pp e Ciudadanos o fra Psoe e Podemos, ipotizzate dagli analisti prima del voto, restano sotto la sbarra dei 176 seggi nel Congresso. Il risultato del Pp rende difficile anche un governo minoritario di Rajoy.

Questa situazione complicata rischia di dare un ruolo senza precedenti al giovane re Felipe VI, che potrebbe dover mediare per nuove alchimie che consentano di evitare lo spettro di un ritorno anticipato alle urne. Una ipotesi che preoccupa gli ambienti finanziari, in un paese ancora in convalescente uscita dal tunnel della crisi piu' profonda dell'ultimo mezzo secolo. L'unica coalizione che matematicamente garantirebbe i 176 seggi è una 'grosse-koalition' alla tedesca fra Pp e Psoe, già da tempo ipotizzata per garantire la stabilita' del paese dall'ex-premier socialista Felipe Gonzalez.

Ma queste elezioni sono soprattutto una vittoria del 'nuovo' in politica, in particolare di Podemos. I due partiti anti-casta formati un anno fa irrompono in parlamento con 109 deputati su 350 e provocano uno tsunami politico. Sono determinati a restare prendendo il posto, e mandando progressivamente in pensione, i 'vecchi' Pp e Psoe, come Tsipras e Syriza hanno fatto in Grecia con lo storico Pasok. Pablo Iglesias questa notte soddisfatto ha annunciato la nascita di una "nuova Spagna".

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